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juanalberto2014100Lettera aperta alla direzione del programma “La Strada dei Miracoli”

Processo televisivo a Giorgio Bongiovanni?

    Io sono un amico di Giorgio Bongiovanni, lo conosco da 25 anni, ed è per questa ragione che ho avuto l’interesse di seguire il programma "La Strada dei Miracoli" al quale era stato invitato per la sua condizione di stigmatizzato.

In realtà sono rimasto negativamente sorpreso, perché mi aspettavo una rispettosa intervista televisiva, ammesso che la natura e l'origine della stigmatizzazione possa essere messa in discussione, ma ho dovuto constatare che si stava strumentalizzando il programma per mettere in atto una sorta di parodia di processo nel migliore stile inquisitorio, con l'obiettivo di screditare la persona di Giorgio Bongiovanni che - oltre alla sua qualità di stigmatizzato - è un coraggioso giornalista direttore della rivista "Antimafia Duemila" che ha vinto il premio Paolo Borsellino per il suo atteggiamento di fronte alla mafia.

Rispetto la libertà dell'uomo, accetto lo scettico e chi dissente, ma non ammetterò mai la menzogna.

Posso affermare che il Reverendo Don Davide Banzato, nella veste di una specie di “testimone dell'accusa”, ha mentito quando ha affermato che Giorgio Bongiovanni asserisce di essere la “reincarnazione di Cristo”. Io l’ho accompagnato personalmente in un’infinità di conferenze e di interviste radiofoniche e televisive e non ha mai affermato una cosa simile, bensì - al contrario – ha sempre detto di essere  “servo del Signore”.

    Allo stesso modo, l'esposizione del sacerdote è passibile di una profonda critica epistemologica, in quanto le sue affermazioni si sono basate su “formule dogmatiche” senza alcun riscontro scientifico e con la pretesa di reggersi su un ambiguo avallo istituzionale. Ad esempio, quando ha negato enfaticamente la possibilità di vita extraterrestre, occultando che da molto tempo ormai le autorità vaticane stesse hanno riconosciuto come assolutamente plausibile l'esistenza di vita extraterrestre. Basta un semplice riferimento alle dichiarazioni di Monsignor Corrado Balducci e del Padre Funes, Direttore della Specola Vaticana. Forse Don Banzato non ritiene affidabile l'opinione di un gesuita argentino?

Nella stessa categoria di paralogismo rientra l'esposizione del chimico Luigi Garlaschelli.

Tuttavia la conduzione del programma ha permesso che – nel miglior stile Goebbels - simili falsità “alleggiassero nell'aria”.  

Come avvocato e giudice, non posso fare a meno di lamentarmi del modo in cui la signora Safiria Leccese (autoproclamatasi “direttrice del processo”) ha perfino insinuato velatamente che si trovavano davanti ad un “falso profeta”, permettendo che fossero interrotti gli interventi di Bongiovanni, e facendo sì, tramite le sue continue interruzioni, che i suoi accusatori gli impedissero di esprimersi.

Ma ancora peggio è l'occultamento. La direzione del programma aveva a disposizione tutto il materiale investigativo riguardo l’aspetto fisico, ematologico e psicologico, con analisi effettuate a Bongiovanni nell'Università del Messico, con tutto il supporto accademico del caso. Nessuna allusione a questa investigazione, ampio spazio invece al “circo mediatico” di Luigi Garlaschelli.

Quelli che bruciarono Giordano Bruno e accecarono Galileo Galilei saranno felici di vedere come agiscono i loro eredi ideologici.

Non sembra un caso che questo tentativo di discredito dell'esperienza mistica di Giorgio Bongiovanni avvenga in questi momenti nei quali lui ha deciso di caricare sulle sue spalle l'enorme compito di annunciare al mondo la Seconda Venuta di Cristo, facendo espresso riferimento al fatto che questo tempo è il tempo del Suo Ritorno con Potenza e Gloria.

    Stiamo vivendo l'Armaghedon e - come annuncia Bongiovanni - presto saremo testimoni della “giustizia di Dio”; ma è molto più facile trasmettere ai telespettatori i canti di sirena dei cosiddetti “veggenti di Medjugorje”.

    Mi rimane soltanto di dirvi che “dalle loro opere li riconoscerete” (Matteo 7-16; Luca 6-45).   

    Chi ha occhi per vedere veda, chi ha orecchie per udire oda.

    
Dr. Juan Alberto Rambaldo
D.N.I. N° 06.257.441