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lasegnalDi Adriana Navarro. Loreley Latierro. Domingo Silva.
Sabato 26-3-16 – Riunione delle arche del Sudamerica presso l’Argentino Atletico Club di Las Parejas (Argentina).
Ci ritroviamo il giorno seguente a quello indicato nel sogno di Giorgio. Effettivamente in un messaggio del 18 dicembre 2015 lui ci raccontava un suo sogno, dove vedeva in uno schermo la data del 25 marzo del 2016, e durante la comunione che lui offriva noi, osservava che Cristo era nella fila di coloro che attendevano di riceverla, come uno di noi, proprio come nelle sue parole del messaggio:

“IL SEGNO PIÙ GRANDE DI QUESTA VISIONE È CHE GESÙ NON SI TROVAVA ACCANTO A ME MA INSIEME AI FRATELLI, IN FILA CON LORO. È UN GRANDE MESSAGGIO QUESTO, PER TUTTI NOI.
IL CRISTO SI MANIFESTA A NOI E VUOLE CHE TRA DI NOI CI AMIAMO COSÌ COME LUI CI HA AMATO E CI AMA.
È UNA VISITAZIONE. CI DOBBIAMO PREPARARE A QUALCOSA CHE PRESTO DOVRÀ AVVENIRE CHE RIGUARDA TUTTI NOI E CHE POTREMO VIVERLA SOLO SE SAREMO INSIEME.
G.B.”

Fa venire i brividi pensare a questo mentre in una sala piena di persone aspettiamo l’arrivo di Giorgio. Lo vediamo arrivare tra noi con quel suo sguardo che si proietta in ogni angolo del salone e dei nostri cuori. Ovviamente questo è legato al fatto che prima di arrivare a questo luogo di incontro, eravamo stati a casa di Juan Alberto, dove tutti eravamo entrati nella stanza dove Giorgio aveva appena sanguinato. Inizia a suonare, le note alte, penetranti, amorevoli e appassionate. Musica nell’epilogo di questa umanità, musica che fa tremare le nostre anime, musica che ti trasporta in un’altra vibrazione, come l’Opera stessa fa con ognuno di noi.

Giorgio: “Auguri di Buona Pasqua per tutti. Aspettiamo che arrivi Juan Alberto, grazie a tutti di essere qui. Mi sento emozionato e chiedo scusa se faccio qualche errore, ma voi conoscete l’italiano, vero? Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen” (si recita il Padre Nostro).

Grazie dell’amore che mi avete trasmesso oggi, quando tutti voi siete entrati nella stanza della sanguinazione. Dopo 27 anni che ho queste sanguinazioni, che vivo questa esperienza, non è mai la stessa, -nonostante si ripeta sempre il calvario, un piccolo calvario in confronto a quello vissuto da Cristo, ma sempre un calvario-, l’emozione, il pensiero, è sempre diverso. È sempre lo stesso volto, lo stesso Essere che vedo, ma la processione dei fratelli oggi è stata emozionante, importante. Ho avuto l’opportunità di vedere molti volti di fratelli, gli occhi di molti giovani, di amici di tanti anni, di bambini appena nati, di fratelli che ho visto nascere, di fratelli che quando io abitavo in Sudamerica erano bambini e adesso sono padri, uomini e donne. Una sensazione straordinaria, una consolazione, un segno per uno stigmatizzato stanco, ma non vinto. Ho anche incrociato sguardi e mi sono sentito onorato di vedere gli apostoli di Cristo che mi visitavano. Tanto amore, tanti fratelli, ho visto occhi che avevano conosciuto e servito Cristo, è come se Cristo mi dicesse: “Ne vale la pena, Giorgio, continuare fino alla fine”. “Fino alla fine Signore, d’accordo”. E allora, grazie.

La vita in questo mondo continua a manifestarsi, il sole continua a sorgere per voi, per tutti voi, Cristo è qui con i suoi angeli per voi e per milioni di persone che non conosco, ma che hanno gli stessi vostri lavori. Questo mi da gioia, speranza. Dobbiamo resistere, la croce rossa rappresenta la Sua presenza tra noi. Signore, quanto tempo rimane ancora? Poco tempo. È un momento cruciale, indicativo, dove noi dobbiamo confermare definitivamente che siamo con Lui ed impegnarci con noi stessi. Questo mi ha detto il Cielo di dire oggi, in questa Santa Pasqua. Oggi è sabato, Cristo sta parlando con i demoni per redimerli. E domani parlerà con gli apostoli, si presenterà davanti alla Sua amata Maria Magdalena e a Sua Madre Santissima. Ascoltate perché questo messaggio è quasi un testamento spirituale del Cielo per tutti noi. Santa Pasqua 2016. Il 555 contro il 666”. (Giorgio legge il messaggio)

“Sono felice, ma triste allo stesso tempo, perché non sono riuscito, non ci siamo riusciti, tutti noi che abbiamo combattuto per l’utopia nella Terra, noi che lottiamo per l’utopia della fratellanza. Abbiamo fallito, non è stata colpa nostra –forse in parte-, ma continuo a lottare. Mi dicono i messaggi che non c’è futuro. E mi sorprende e mi rallegra che molti giovani si avvicinano alle arche, forse perché non credono più a niente, perché capiscono che non c’è futuro, e leggono e credono che esistono queste civiltà extraterrestri, per un futuro, e si avvicinano come fosse una speranza… Quindi, alla domanda, perché continui a tenere conferenze e a fare la lotta antimafia, ecc.? Lo faccio solamente per difendere i giusti che sono inviati da Dio, nonostante non siano dei nostri, e scendo in campo perché io so che non c’è futuro per questa generazione… E ciò che mi rende veramente triste, e mi fa piangere molto, è che non so quanti di noi sono in grado di far parte di questo altro futuro, se siamo degni di far parte della nuova generazione. Tuttavia i bambini continuano a nascere e loro saranno salvi. Mi sento un po’ schizofrenico, lotto contro quello che io so che deve succedere, ma che io non voglio che avvenga. Voglio dare speranza ma non mentire, quindi vi devo dire affiliatevi al 555 perché quello che accadrà sarà una catastrofe. Ma se noi perdiamo la speranza, la gioia di amare, non ci salveremo. Dobbiamo continuare ad amare il nostro prossimo, annunciare gli eventi futuri, educare i nostri bambini e dire loro la verità e avere cura di loro. Difendete la nostra fede, impegnatevi nelle cause giuste. I vostri figli entreranno nella nuova era grazie a noi, perché il Demonio vuole toglierceli, non i loro corpi, ma la loro anima”.

Giorgio chiama Sonietta."Ho detto la verità a Sonietta, riguardo a quello che accadrà, lei ha quasi 15 anni".Poi le chiede di suonare il piano. Sonietta ci regala una bellissima melodia, bella proprio come lei.

Giorgio abbraccia Dyrsen Medina: “Abbracciando Dyrsen abbraccio Pablo Medina, il mio amico giornalista ucciso dalla mafia in Paraguay, per me è un obbligo continuare sul sentiero dei martiri, soprattutto dei giornalisti. Per me (la morte di Paolo) è stata come se mi avessero lacerato il cuore. Noi andiamo avanti e le sue idee, quelle di suo fratello, di Peppino Impastato e di altri continuano a camminare sulle nostre gambe" (Sonia legge uno scritto dedicato a Pablo Medina e ad altri martiri che ci emoziona molto. Poi Giorgio riprende la parola).

“La Fede è la cosa più importante che abbiamo, perché nonostante tutto non sono iniziate le vere catastrofi e forse non potremo ritrovarci. Quando io non ci sarò più, il vostro alimento saranno i segni in cielo. Contemporaneamente alle grandi catastrofi ci saranno grandi segni, che abbandoneranno soltanto se perdiamo la fede e Satana sa che se perdiamo la Fede gli esseri angelici si ritireranno. Finché io ho vita ci sarò, può essere un modo di fortificare la vostra fede… Sono venuto qui per servire, non per essere servito, fate domande”.

Fra le domande poste a Giorgio citiamo una. Quando non facciamo l’Opera? E come sempre lui ci risponde in modo semplice ma chiaro:

“Quando pensiamo a noi stessi e non a risvegliare anime. Dobbiamo pensare alla vita della gente che dorme per risvegliarla, fino all’ultimo minuto. Cristo ha letto nel mio cuore: ‘Lui crede in me', e allora si è presentato.

L’educazione severa e profonda di Eugenio Siragusa mi ha dato l’opportunità, quando ho visto la Madonna di Fatima, di essere pronto per rispondere seriamente. Quando ti offrono qualcosa di unico nella tua vita, di irrepetibile, l’educazione che hai ricevuto come uomo ti impone di dare una risposta seria. Dire ‘lo accetto’ comporta una condizione; dire ‘non lo accetto’ comporta un’altra condizione. La risposta che io ho dato alla Madonna è stata ‘SI’. Allora ho detto al mio socio nella ditta di scarpe: ‘Non so cosa farò ma non posso lavorare con te’. Questa è una decisione personale. Non chiedetelo a me! Perché se io dico: 'Tu dai la vita', mi carico di una responsabilità karmica. Sono mesi che io vivo alla giornata. Sonia e Sonietta lo sanno. Io so cosa succederà, ho visto il film, se volete ve lo dico, ma avrete paura. Mi auguro non accada, ma so che accadrà.

Cristo non ci sta dicendo di fare qualcosa di diverso da ciò che stiamo facendo, bensì di continuare a fare quello che stiamo facendo, ma che sia la nostra priorità nella vita. È molto sottile, ma molto importante. Il messaggio ti chiede: quello che stai facendo è o non è la priorità della tua vita?

Non dovete rispondere a me. Domani accadranno cose che giustificheranno questa domanda. Quando lo vedrete capirete il perché di questa domanda, cioè, se il messaggio era o no la cosa più importante. Ognuno risponderà direttamente al Cielo, non a me. Giorgio si renderà conto della nostra scelta. Io posso invitare a stare insieme, a venire qui il prossimo anno, spero che l’anno prossimo sarete di più”.

Un video di Georges Almendras ed Erika Pais testimonia l’opera di una martire la cui voce è stata fatta tacere per sempre, perché lottava a favore della vita. È una donna. Bertà Cáceres, attivista di Honduras uccisa recentemente. Quasi a fine incontro Giorgio dice che la sua missione finisce oggi con questo viaggio, perché per il prossimo saprà già chi sono i combattenti e chi no.

Il giorno dopo, domenica 27 marzo, i diversi rappresentanti delle arche del Sudamerica avrebbero preso la parola per esporre il lavoro che stanno portando avanti, quali sono le loro preoccupazione, le loro difficoltà, cosa hanno imparato, i loro obiettivi per l’anno in corso.

Come da tradizione Giorgio li chiama uno ad uno, e, come ogni anno, ci commuoviamo di fronte alla lotta dei nostri fratelli e ci rispecchiamo nei loro desideri all’interno di questa Opera. Vogliamo ricordare l’elogio di Giorgio verso Omar Cristaldo, che, tra tante cose (radio, conferenze, interviste, ecc., ecc.) porta il messaggio nelle scuole secondarie cercando di arrivare dove è urgente arrivare, ai giovani. “Grazie Omar, un apostolo, grazie”- dice Giorgio. Lo stesso ad Hilda, sua moglie, che dedica il suo amore di madre ai 300 o 400 bambini che frequentano il merendero.

Ramón Gómez parla a centinaia di giovani, non ha soldi, dice soltanto ‘vado lì’ e la gente ci va. “Questo succedeva solo con gli apostoli”, dice Giorgio.

È importante anche citare e sostenere la lotta delle comunità mapuche e tehuelche che stanno portando avanti nell’arca argentina di Santa Cruz. Di ciò ci parla José, accompagnato da Mariana e dagli altri componenti dell’arca. Vogliono costruire dighe che distruggeranno l’ecosistema della Patagonia argentina.

Le ore passano e ascoltare uno dietro l’altro i rappresentati ci arricchisce sempre di qualcosa che non conoscevamo, ci sono degli aneddoti persino comici.

Momento unico e irrepetibile sarà quello della comunione. Una delle più belle, spiritualmente parlando. Ogni comunione è seria e richiede impegno, come Giorgio stesso ci insegna, non dobbiamo vederla come un rito o qualcosa di routine, al contrario, si dovrebbe fare solo quando lo spirito lo sente veramente. E questa comunione è stata sentita da tutti. Abbiamo visto il volto dei bambini in lacrime dopo averla ricevuta, quelle faccine che non mentono, che esprimono il loro sentire al cento per cento. Ma c’era qualcosa di molto speciale, Giorgio ha dato uno ad uno la comunione con un sorriso nell’anima e sul suo volto. Le parole pronunciate da questo nostro amico, questa nostra guida che cammina accanto a noi, questo maestro per ognuno di noi, ci fanno riflettere profondamente: “Io sono venuto in questo mondo per insegnare ai miei fratelli risvegliati e ai miei fratelli che dormono, la vita nell’Universo, gli esseri dell’Universo. La vostra vita, la mia vita, si manifesta, esiste, potete guardare le colline, sentire le emozioni dell’amore, la sete di giustizia, dove c’è l’ingiustizia, abbiamo forma, sostanza, noi siamo vita e siamo unici, perché esiste Cristo. Io sapevo che vivere in questo mondo significava soffrire, ma ne vale la pena, perché se divenite consapevoli della luce cristica in questo mondo, che l’essenza della vita è Cristo, voi non morirete mai. Spero di aver compiuto la mia missione, farvi conoscere Gesù prima che Lui si manifesti. Perché conoscerlo quando si manifesterà significa entrare nel giudizio universale. Allora Lui desidera che Lo conosciate nella Sua essenza: l’amore. Il Cristo vero è l’amore, la felicità, la gioia, il Cristo che verrà sarà giudice, deve fare così, per separare il grano dalla gramigna. Nessuna civiltà extraterrestre esiste senza aver conosciuto il Cristo, senza amarlo e adorarlo.

Non cercate altre sensazioni fuori da Cristo. Lui è Lui, è la salvezza, la conoscenza, il consolatore, il giudice che ci ammonisce, è il Sole. Quindi posso augurarvi che tutti pensiate a Cristo, che vi dedichiate a Lui, che qualsiasi cosa facciate nella vita, lo facciate pensando a Lui. Se fate errori, Lui cercherà un cammino per aiutarvi. Fino all’ultimo alito di vita io sarò con voi. Io ci sono e ci saró fino alla venuta di Cristo nostro Signore. Grazie fratelli. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen”.

Domenica 3-4-2016, incontro aperto all’arca di Montevideo

Giorgio: “Mi sento emozionato. Chiedo scusa per il ritardo, ma siamo stati a fare visita, dopo 20 anni, a Padre Elizaga, che già conoscevo da prima grazie ad Almendras. Avevamo delle divergenze, ma sono andato per dirgli che la mia vita è dedicata alla Seconda venuta di Cristo e alla lotta contro la mafia, a denunciare ciò che per noi è l’anticristo. Gli ho detto qualcosa che lui non poteva sapere della lotta contro la mafia, e quello che è il nostro dovere, la lotta contro l’anticristo e lui, ormai anziano, mi ha dato la benedizione. È stato felice e mi ha detto che il Papa stesso ha denunciato la mafia pochi mesi fa.

Mi sento felice di essere qui. Mi sento come se fosse la mia seconda casa, un luogo che il Cielo definisce parte della “Galilea dei gentili” ma a livello mistico; Sudamerica, Uruguay dove io ho la cittadinanza, ma in tutti i paesi fino in Centroamerica, il Cielo li considera come la Galilea dei Gentili e la Sicilia, dove io abito, è come Gerusalemme, che non riconobbe il Cristo. Cristo era amato in Galilea, molto, lo riconoscevano e Lui si sentiva come in famiglia. Io che non sono Cristo, ma imito i Suoi passi, mi sento come a casa, questa terra la sento come la mia patria. In Sicilia, anche se la amo, so chi sono i miei nemici. Essere qui per me è sentire il profumo, respirare l’aria che odora di fiori. E vorrei abbracciare i galilei.  

Siamo negli ultimi tempi, nessuno o pochi ci credono, ma è la verità. Oggi ho ricevuto un messaggio, dopo la sanguinazione ho scritto: ‘Onore e Gloria al risorto: il Messia Eterno, Figlio di Dio ed ai suoi giusti in Cielo e in Terra. Fede, forza e coraggio per noi umili servi e testimoni suoi”. In poche parole è un riassunto sintetico, divino, di ciò che stiamo facendo, della nostra missione, onorare, glorificare Cristo risorto in attesa della Sua Seconda venuta, mentre siamo chiamati ad essere missionari e testimoni del Vangelo, dei suoi insegnamenti e profezie, ed a servire la causa dei giusti che sono sulla Terra. Nell’ultimo messaggio Cristo mi spiega il valore simbolico del 555, cristico, della Madonna, e del 666, diabolico e maligno. È un avvertimento e consolazione allo stesso tempo, per spingerci ad aprire di più il nostro cuore, la nostra mente, a prendere coscienza di una realtà irreversibile, una verità, un cammino dal quale non possiamo tornare indietro, al quale non possiamo voltare le spalle. Pertanto il 555, che significa giustizia, pace, amore, coordinato dal Cielo e con la promessa della Seconda Venuta, significa spogliarci di qualsiasi situazione materiale, e metterci al totale servizio della causa, una causa che stiamo difendendo fortemente, dando la nostra vita. Questa causa è una guerra dove il nostro nemico è molto più potente a livello fisico, materiale, mentale, cerebrale, e noi dobbiamo fare la resistenza. Una guerra disuguale, dove cadono molti nostri combattenti e dove muoiono molti innocenti, a causa delle bombe, per fame, inquinamento, guerre, malattie, depressione, perché sono perseguitati, immolati. Saremo perseguitati e fratelli nostri cadranno, e soprattutto moriranno molti bambini, milioni a causa della guerra, e quelli che vivono – sopravvivono, non vivono veramente- sono migliaia di milioni, e la cosa più crudele è che la maggior parte vive nell’ignoranza spirituale dei grandi valori universali.Per questo motivo questo messaggio è per prendere coscienza di chi siamo. Siamo di altri mondi, questo mondo non ci appartiene. Veniamo qui per aiutare a risvegliare le anime, e gli extraterrestri, amici nostri, salvarono il Pianeta dalla catastrofe di Fukushima, e lo salvarono perché ci siamo noi che siamo loro fratelli e altri uomini e donne che si stanno risvegliano, non sono molti ma ci sono.

La mia missione principale non è denunciare l’anticristo, la mia missione principale è quella di trovare i miei fratelli che non sono di questo mondo per rivelargli questo, ricordarglielo. Questa è la mia missione in Sudamerica. Per questo sono qui”.

Giorgio chiama Gustavo Nalerio dicendo che lui –ad esempio- è una prova della missione che ha in Sudamerica, conoscere, incontrare i fratelli che si sono incarnati in questo mondo. Gustavo, uruguaiano, vive negli Stati Uniti, e racconta come ha conosciuto Giorgio attraverso un canale satellitare nel Bronx. Spiega che non sa come ma in un canale che lui non poteva assolutamente vedere perché non aveva il segnale, apparve Giorgio.

"Questo mondo esiste ancora, perché gli angeli di Cristo lo mantengono in vita, e lo manterranno fino a quando scoppierà una guerra nucleare - continua Giorgio - ma perché? Perché ci siamo noi, e non è questione di arroganza o superbia, - ma io sono nato in questo mondo per dire la verità, seppure scomoda -, lo mantengono in vita, grazie a noi. Occhio! Non noi solamente, delle arche; ma tutte le persone che loro sanno che sono buone, della Cina, dell'Australia, eccetera, che noi non conosciamo ma che sono nella lista, e sono candidati ad ereditare il Nuovo Cielo, la Nuova Terra.  Questo che cosa significa? Significa che noi abbiamo una responsabilità enorme, anche la vita in questo mondo dipende da noi. L'obiettivo del Demonio non è quello di uccidere, di sottomettere il mondo, perché ci è già riuscito. E allora perché il Demonio è ancora tanto violento, se già domina tutto? Perché vuole conquistare tutti, anche quelli che non sono di questo mondo, perché se ci riesce, può far ritardare il ritorno di Cristo, ed impedire la Sua Seconda Venuta.  

Io so che non succederà, perché anche solo per due persone Lui ritornerebbe, ma sarebbe una grande sconfitta se i chiamati e gli eletti si perdessero. Per questo motivo noi dobbiamo avere pazienza, essere più determinati, continuare a fare quello che dobbiamo fare, con più rabbia positiva, con più entusiasmo, con più sete di giustizia. 

Stanno nascendo bambini nelle nostre arche, è una benedizione per noi ed un Messaggio di Dio. Dobbiamo avere fede che Cristo presto ritornerà. Quanto più inquinamento ci sarà, quanto più peggiorerà la situazione, tanto più ci dobbiamo credere. Quante più saranno le situazioni negative, più vicina sarà la Seconda Venuta di Cristo, e possiamo testimoniare, condividerla. Siamo protagonisti del Ritorno del Cristo, e non è arroganza, non è superbia, è prendere coscienza e non possiamo perderci. Non siamo migliori degli altri, ma siamo stati chiamati, abbiamo visto quello che altri non hanno visto, e non immaginano nemmeno che esista, abbiamo ascoltato quello che nessuno conosce, siamo coscienti che esiste la vita eterna, la reincarnazione, che siamo entità immortali....Cristo è qui tra noi, e manda segnali spesso persino permanenti. A Fatima la Madonna disse: “Ti darò un segno che tutto il mondo vedrà” Noi sappiamo che esistono gli extraterrestri, che sono qui, che hanno una base, fa parte della nostra arca la persona che filma le migliori astronavi.  
Allora, se ci viene di dire 'non succede niente', siamo tentati. La rabbia delle ingiustizie è corretta, pensare che possiamo rinunciare, cedere, sarebbe una sconfitta. Fino all'ultimo minuto dobbiamo dare speranza ai nostri figli di un mondo nuovo di pace ed amore.  Quindi avanti, perché se ora resistiamo, bombe, catastrofi, quando ci saranno dei segni molto forti in cielo e in terra, nel momento in cui vedrete astronavi in cielo, è lì che incomincerà la vostra missione, la gente verrà in questo posto, perché vorrà sapere.
 
Le persone verranno a cercarvi, saranno in tanti e questo sarà uno dei pochi luoghi dove verranno a chiedere cosa sta succedendo, cosa sono quelle cose. E saranno migliaia, e voi dovrete rispondergli, ma se cediamo, se rallentiamo, non potremo rispondere, e se rinunciamo sarebbe la seconda morte, e non abbiamo perdono perché abbiamo visto. E allora avanti, io non rinuncio.  La vostra missione è il cammino di Cristo, credere in Lui ed anche appoggiarmi, aiutarmi. Lo dovete fare per i vostri figli, nipoti, fratelli, genitori.

Giorgio racconta che è stato con sua madre, dopo circa un anno che non si vedevano. Racconta l'esperienza vissuta quando lui aveva 9 anni, in cui lei ha offerto suo figlio alla Madonna, chiedendole di salvarlo dopo un terribile incidente. Racconta anche che sua madre recita il rosario ogni giorno e le ha detto: "io ti proteggo dalla mafia con questo Rosario". E aggiunge: Questa è la fede che dobbiamo avere fino all'ultimo istante, perché Cristo è qui, è ritornato, è  tempo che io diminuisca e Lui cresca, affinché possiate glorificarlo ed onorarlo".  

Dopo prende la parola Sonietta, che è diventata una bellissima adolescente, non solo fisicamente, ma spiritualmente, e si esprime con queste parole:

"Ogni volta che vengo qui torno in Italia con più consapevolezza, perché conoscere quello che accade, è vero, lo sappiamo, ma viverlo è un'altra cosa. Quando un bambino ti chiede da mangiare, ti chiedi perché, e quella rabbia ti stimola a fare di più e ad affiancare chi vuole cambiare. Mi aiuta sapere che ci sono giovani che hanno il mio stesso fuoco e li ringrazio, perché mi aiutano a mantenere viva questa fiamma che ho dentro".

Rispondendo ad alcune domande Giorgio ha sempre qualcosa di nuovo da trasmetterci in merito a Cristo:

“Nel film ‘La Resurrezione’ che vi invito a vedere, c’è un momento in cui Cristo risorto è seduto su una roccia sul lago di Tiberíades, mentre gli apostoli dormono... vedo questo Cristo seduto che guarda il Cielo, Lui si era già presentato agli apostoli altre volte. Questa scena è una fantasia del direttore, ma non è casuale ed io voglio esprimere un sentimento relativo al significato di questa scena del film. Non so se mi crederanno.

Questa visione del Cristo che guarda il cielo è qualcosa di reale, perché 2000 anni fa io ho conosciuto Cristo,... quando Lui si ritirava di notte spesso con i dodici, si sedeva su una pietra un pochino elevata della collina e guardava il cielo con le mani aperte, come se pregasse, guardava qualcosa, apriva le mani e guardava le stelle, non diceva una parola, e noi più nottambuli lo spiavamo, fino a quando chiudeva le mani e gli occhi per molte ore. Allora ci addormentavamo... Un giorno Gli chiesero perché guardava le stelle, il cielo. Il Maestro diceva: "io guardo il cielo, le stelle, l'universo e lo guardo e lo contemplo da qui, perché in verità vi dico che io sono l'Universo nascosto dentro questo mondo". Quando noi riceviamo questa conoscenza, e questo Essere ci dice: "voi siete i miei amici", allora ogni forma di paura non esiste più....

Lui guardava sé stesso, da una prospettiva di cellula e questo gigante ci lava i piedi, si fa torturare per noi, sputare in viso, si fa crocifiggere per salvarci..., di fronte a questa Verità non c'è vangelo, bibbia, testo sacro; cade ogni religione dal momento che l'Universo prende forma umana".  

Per concludere, abbiamo voluto plasmare in questa cronaca una sintesi del messaggio che Giorgio ci ha lasciato durante la  sua ultima visita in Sudamerica, sollecitandoci a fortificare la fede, ad abbracciare la verità, tentando di essere sempre migliori soldati di Cristo, militando con le armi del "555" contro il "666”.

Lui ci ha dato le armi per farlo, ci ha parlato al riguardo tutti questi anni, sta a noi adesso agire di conseguenza, nell'attesa – un giorno - della gloriosa manifestazione del Figlio dell'Uomo...  

Montevideo, 14 Giugno 2016.

Adriana Navarro.
Loreley Latierro.
Domingo Silva.