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Parte IV

Arca di Las Rosas
Diego: “Buonasera. Il nostro gruppo è piccolo, ma ci riuniamo sempre. Naturalmente leggiamo tutti i tuoi messaggi e li discutiamo, anche quelli di Luz de Maria che vengono dalla tua stessa fonte. Oggi devo ringraziare Giorgio perché ha detto due cose che mi hanno illuminato. Dopo 45 anni di ricerca spirituale, ho capito perché il mio essere ha respinto parte della chiesa, oggi che Giorgio ha spiegato la differenza tra la chiesa di Giovanni e quella di Pietro capisco il perchè. Spero di non essere in errore, ma ora mi sento più in pace con me stesso e con tutto quello a cui crediamo, questo lo trasmetteremo nella nostra prossima riunione a Las Rosas. Credo che anche i nostri compagni/fratelli provino lo stesso sentimento. Purtroppo, non tutti hanno potuto partecipare alla riunione delle Arche, per via dei problemi e degli impegni. Siamo qui mia moglie ed io, la ringrazio sentitamente perché è grazie a lei se sono qua. Giorgio, ovviamente tu sei stato il protagonista di tutto questo. L’unità di cui hai parlato la sentiamo veramente nel cuore e deve servirci per lottare, affinché le cose funzionino tra noi e in tutto il mondo. Possa questa umanità essere unita, un abbraccio a tutti. Grazie”.

Arca de La Pampa:

Jorge Pracilio: “Mi è un po’ difficile parlare con voi, considerando che siete i miei veri fratelli. Ringrazio sempre Giorgio per essere in quest’Opera. Qualche giorno fa, quando era malato, gli dicevo -Sei il Cristo- ma lui mi rispondeva di no e mi diceva: “Sto soffrendo per voi”; questo mi ha confermato che non mi sbagliavo. Ogni volta che gli sono vicino, provo un sentimento così grande, che mi succedono queste cose. Chissà se 2000 anni fa sono stato con Lui, lo amo e amo tutti coloro che sono nell’Opera con tutto il mio cuore. Non ho visto mai un video come quello di oggi. Vorrei chiedere a tutti i nostri fratelli di mandarne una copia al Papa affinché tutto il denaro che la Chiesa possiede sia usato per dare da mangiare a quelle persone, a quei bambini che soffrono per noi, non al contrario. Grazie”.
Pilar Pracilio: “Voglio semplicemente ringraziare tutti. Noi di La Pampa siamo in pochi, ma collaboriamo sempre e siamo presenti a tutti gli incontri in cui c’è Giorgio. Lo conosco e lo seguo da 15 anni e fin dal primo giorno lui è sempre stato uguale: umile, rispettoso, offrendoci sempre un luogo, un tempo e uno spazio affinché ognuno di noi potesse parlargli, raccontargli le proprie vicende, donandoci amore incondizionato. Dobbiamo avvalorare Giorgio e che possa essere un esempio per tutti. Molte grazie”.
“Pracilio, prenditi cura di questa donna, amala e adorala”, dice Giorgio a Jorge.
 
Arca di Villa Dolores:
Vilma Torres: “Non ho molto di più da dirvi di quanto non abbiano già detto gli altri, posso solo dare la mia testimonianza in due parole, e siccome sono di temperamento rivoluzionario, riprendo una delle parole che più amo pronunciata prima da Georges Almendras: La coerenza. Da quando conosco Giorgio fisicamente, cioè da otto anni, e ancora da prima quando leggevo, 25 anni fa, le sue riviste Nonsiamosoli, mi animo a dire con tutto il mio cuore che è stato il regalo che il Cielo mi ha dato in questa vita. Poterlo conoscere. Perché in lui ho conosciuto veramente la coerenza della parola nell'azione. Non solo ho preso Giorgio come esempio nella mia vita ma lo amo come amo il Cristo e lo avvaloro con tutto il mio cuore per tutto questo amore che ci dà e che ci permette di apprendere continuamente. Dopo questi tre giorni condivisi con lui, continuo ad emozionarmi ogni due secondi e il pianto mi continua a rimanere in gola. Non cessa mai di stupirmi per la sua coerenza, perché lui è così, puro amore e rappresenta il Cristo, chi meglio di lui avrebbe potuto rappresentarlo? Lo amo al Cristo e lo amo a Giorgio. Grazie a tutti i miei fratelli e a voi, perché anche in ognuno di voi, grazie agli insegnamenti di Giorgio, vedo il Cristo. Grazie a tutti, felice Pasqua”.
 
Arca di Neuquén:
Joel Heredia: “Sono molto felice di essere qui e condividere con tutti i miei amici questa esperienza. In special modo ringrazio tanto Giorgio, perché spiritualmente in un momento della mia vita mi ha convocato e oggi ne ho la certezza. La notizia di Neuquén  che voglio trasmettervi è che nel gennaio del 2011 Giorgio ci portò a conoscenza di un comunicato stampa riguardante il fracking (una tecnica di frantumazione utilizzata per rilasciare petrolio o altre sostanze attraverso l'estrazione ndr). Oggi questa è una realtà mortale a Neuquén il fiume è molto compromesso, di conseguenza i casi di morte diventano sempre più numerosi. Il 22 marzo di quest'anno, giornata mondiale dell'acqua, abbiamo fatto una marcia con i giusti di cui Giorgio sempre ci parla, perché a partire da quel famoso comunicato stampa spontaneamente sono iniziati ad apparire tanti giovani e uomini giusti in difesa dell'acqua.  Tutto questo è sorprendente e io so che in tutto questo c'è la mano di Giorgio. Il 3, 4 ed il 5 aprile, costituiremo per la prima volta in Argentina “un Parlamento dell’acqua” per denunciare le problematiche causate dalla tecnica del fracking, dalla megaminiera. A Neuquén c’è uno studente italiano di filosofia che sta facendo il dottorato, viene da una località vicino a Sant'Elpidio, gli ho parlato di Giorgio e venerdì sarà alla marcia. Sicuramente c’è un legame spirituale molto profondo. Grazie Giorgio per avermi permesso di essere qui”.
 
Arca de La Plata:
Fabián: “Desidero che conosciate anche Ruben e Adriana perché insieme a noi rappresentano il gruppo operativo di "La Plata", facciamo uno sforzo molto grande in una forma o in un altra affinché sapiate che siamo presenti in ciò che possiamo. Il nostro sforzo è concentrato nel programma alla radio che ha già compiuto cinque anni. Lottiamo per sostenerlo cercando di raccogliere tutte le informazioni che Giorgio ci invia. È uno sforzo enorme che faccio insieme ai miei fratelli Adriana, Ruben, Maxi e Noemi che sono a La Plata. Sono felice perché dopo molto tempo rivedo i vostri volti (di Katy e Nico due ragazzi che facevano parte del gruppo de La Plata e che ora si sono trasferiti in un’altra città) e ovviamente di essere con Giorgio qui al mio lato, e a volte è molto difficile stare al suo fianco, penso tutti voi abbiate sentito l'emozione. Vi ringrazio di tutto, sono felice di aver conosciuto i fratelli del Messico, del Cile, del Paraguay e tutti coloro giunti da altre parti, per stare insieme. È qualcosa di straordinario”.
Ruben Rajich: “Noi di La Plata siamo pochini. Qui è difficile risvegliare le anime. Innanzitutto voglio ringraziare Dio, Giorgio e Juan Alberto e tutti, perché dal primo giorno che sono arrivato mi avete fatto sentire come un fratello, non ho avuto un rifiuto, mi sono sentito a mio agio. Ricordo che a volte, quando ero piccolo, parlavo con Dio e Gli dicevo che sono nato nel mondo sbagliato, nell’epoca sbagliata perché andavo controcorrente, ma ad un certo punto ho incontrato Giorgio che ha aperto la mia mente; ho conosciuto voi e mi sono reso conto che non ero solo, da quel momento mi sono liberato ed eccomi qui. Non so se riuscirò ad essere un granello di sabbia. Cerco di imitare Giorgio ma non arrivo neanche alle sue scarpe o a quelle di Juan Alberto. Mi emoziona molto quello che fanno Agustín e Paola. Bene, non voglio nominare solo loro perché so che lavorate tutti. Speriamo che un giorno possa fare l'un per cento di quello che fate tutti voi. Grazie”.
"Grazie Fabian" dice Giorgio "per il programma alla Radio. Tieni uniti questi ragazzi. Se può esserti utile, ti dico una cosa: centinaia di anni fa mi hai difeso in un processo. Grazie".
 
Arca Comandante Piedra Buena, Santa Cruz:
Nicolás Pereiro: “Mi avete fatto emozionare tanto e vi ringrazio perché senza di voi non potremmo fare tante cose. Facciamo quello che possiamo, cerchiamo di fare il meglio che ci viene. Desidero raccontarvi una storia, non so se ci riuscirò, ma ci provo. Alcuni anni fa abbiamo manifestato la nostra intenzione di partire verso il Sud durante un incontro con Giorgio e Juan Alberto ma non sapendo se la decisione presa fosse giusta lo abbiamo chiesto a Giorgio, lui ci ha risposto di aspettare tre mesi prima di decidere. Non sapevamo cosa sarebbe successo. Quando siamo rientrati alla Plata ci siamo resi conto che entro tre mesi scadeva il contratto dell'appartamento dove stavamo, che in tre mesi scadeva il contratto del mio lavoro, che in tre mesi sarebbero terminati i miei studi e quindi ci siamo resi conto che dovevamo partire. Quando siamo arrivati nella nuova dimora ci siamo detti che non saremmo riusciti a fare niente perchè eravamo soli, lontani. In un momento ho odiato Juan Alberto perché quando gli chiedi un consiglio lui ti dice sempre: - Decidilo tu- e quindi non sai cosa fare. Per un tempo non sapevamo proprio cosa fare e non riuscivamo a metterci d'accordo con Fabian, prima noi eravamo a La Plata insieme a Fabián e so che gli abbiamo reso la vita impossibile, per questo gli chiedo scusa, non è stato facile comprenderci con lui; è stato davvero difficile adattarci ed imparare. Quando siamo andati via non sapevamo fare nulla, eravamo in pochi, lontani. Poi però lentamente ci siamo organizzati e abbiamo iniziato a lavorare meglio. Abbiamo incontrato una coppia di amici che mai avrei pensato avrebbero potuto ascoltarci. Stiamo facendo del nostro meglio, organizziamo incontri, parliamo, ci considerano dei pazzi. Lì è molto difficile andare contro il fracking, la miniera e il resto, perché è una cittadina di dieci mila abitanti e la politica è parecchio complicata. Vi racconto un aneddoto di quando abbiamo manifestato contro l'energia nucleare, lo stesso giorno che l'avete fatto voi qui. Vennero ad offrirci del denaro affinché non la facessimo e quando abbiamo detto di no che il denaro non ci interessava, la risposta è stata: “Ricordatevi che lavorate per noi”. Chiamai Juan Alberto e lui mi disse: “Decidete voi” e abbiamo deciso di farla ugualmente anche se è stato complicato. Al di là di questo, ci ha aiutato ad unirci come gruppo e quindi sono contento che abbiamo potuto vivere questo. Un'altra cosa che voglio dire a Giorgio è: sono qui per seguirti, ovunque tu vada”.
 
Arca Santa Fe-Paraná.
Gerardo Silvi: “Dopo tante emozioni e numerosi racconti di storie vissute, è molto difficile dire qualcosa senza ripetersi. Ci sono parecchi argomenti che coincidono. Con la presenza di Giorgio Bongiovanni, con l'assistenza di Juan Alberto Rambaldo, il Cristo che sta con noi in maniera permanente. Cercherò di essere breve per non prendere troppo tempo. Vorrei semplicemente ricordare a me stesso e a nome di tutti i miei fratelli e di coloro che non sono potuti venire (parlo di Santa Fe come del resto del Paese), che i tempi nei quali viviamo e quelli che vivremo saranno difficili ma questo non deve smorzare la nostra allegria e la coscienza che stiamo lavorando per il Padre e che non siamo soli, che bisogna andare avanti, giorno dopo giorno, momento per momento, ovunque saremo, con tutta la nostra fede, la speranza e la nostra forza, ma soprattutto la nostra unione. Non perdiamo tempo, tagliamo corto con le parole, e come ha detto il fratello Georges Almendras: “Basta parlare e facciamo i fatti”. Mettiamoci a lavorare perché il futuro è sempre migliore e pieno di gloria. Grazie ad ognuno di voi, a tutti i fratelli di Campana per l'accoglienza e a quelli dell’Uruguay, Paraguay e Cile. Prima di dare spazio a Cristina, vorrei lanciare, con la vostra energia, un grido molto forte e profondo al Padre affinché ci dia la forza di seguire ed accompagnare Giorgio fino alla fine ed oltre, sapendo che tutto ciò che verrà sarà migliore”.
 
Cristina Collino: “È dagli anni ’90 che conosco Giorgio e ogni volta che vado alle sue conferenze, alle sue riunioni, so che troverò un Giorgio diverso, un Giorgio che ci insegna una montagna di cose ma ogni volta supera le mie aspettative. Ogni sua nuova conferenza è più grande di quella precedente, ogni suo discorso è più grande, così come ogni suo insegnamento, è una gioia ricevere quanto ci trasmette ma a volte questo rappresenta un grande impegno, una responsabilità che sarà per tutta la vita. Dico sempre che non so se ci riuscirò, ma le prove non sono mai più grandi di quanto si possano sopportare. E allora qualcosa possiamo fare. Cerco di mettere, come ci disse il nostro Maestro, il cervello ed il cuore insieme, cercando di dare a ciascuno quello che gli manca. Il motivo che mi spinge a fare qualcosa non è solamente perché non voglio passare per la seconda morte, e veramente non ho voglia per niente, non ho voglia di conoscere l'ira santa del Padre, ma fondamentalmente per tutto l'impegno che mette il Cielo per arrivare a noi che siamo niente, per sensibilizzarci, come ci ha detto Giorgio: “Guardandoci dallo spazio siamo un puntino, il pianeta Terra con noi dentro è meno di un puntino”. Ed è tutto questo sforzo, questo impegno che mette in atto il Cielo attraverso tutti i suoi strumenti, attraverso le forze della natura, per risvegliarci che mi da l'impulso di agire. Io ho bisogno di Giorgio che si è caricato dell’immenso impegno di stare con noi, mostrandomi le mie debolezze e questo è ciò che mi scuote; non ho mai detto a Giorgio: ti accompagnerò fino alla fine perché non so se ci riuscirò, ma il mio impegno cerco di viverlo giorno per giorno e quindi oggi sono contenta perché fino a qui sono arrivata e spero domani di poter dire lo stesso.
 
Arca Rosario:
Inés Lepori: “Prima di tutto desidero ringraziare i nostri anfitrioni: Agustín, Paola e tutti i fratelli di Zárate-Campana per questa magnifica organizzazione, come dicono i ragazzi di Rosario: “Uscirà domani in tutti i quotidiani della galassia!”. Voglio ringraziare anche tutti voi che oggi siete riuniti qui perché la vostra presenza, i vostri sforzi hanno arricchito ognuno di noi. Quando Giorgio e Juan Alberto hanno cominciato a chiamare, ho detto a me stessa: “Cosa dico ora?” Ebbene, so chiaramente quello che voglio dire, con il permesso di Giorgio, vorrei rendere omaggio al mio maestro Juan Alberto. Lui si arrabbierà con me, ma spero che voi mi difendiate. Se io sono qualcuno, se abbiamo fatto qualcosa a Rosario è grazie a Juan Alberto, lo conosco da tanto tempo e la sua pazienza nei miei confronti, il suo amore, la sua sapienza, hanno formato il mio carattere in tutti questi anni, quando non abbiamo avuto Giorgio insieme a noi. Ultimamente abbiamo la fortuna di vederlo più spesso, ma prima l'arca dell'Argentina, fin da quando sono arrivata, era rappresentata da Juan Alberto Rambaldo. È un uomo al quale niente e nessuno potrà impedire che io le debba sempre tutta la mia riconoscenza. E voglio dire ai giovani volti nuovi che se loro sono qui è perché Juan Alberto c’era prima, cosicché grazie Juan Alberto. Non potrei qui in presenza del Padre, della Madre, di Cristo e di Giorgio affermare qualcosa che non sento. Giorgio, cosa posso dirti che non ti abbiano già detto questa sera? È un onore che ci permetti ancora di esistere qui, io ho la coscienza, per quanto piccola sia, che tutti abbiamo bisogno di te qui, tutti, e che la tua protezione ci permetterà di arrivare dove saremo capaci di arrivare. E come ha detto Cristina, non mi piace fare promesse perché non so se sarò in grado di mantenerle, ma ti dico che con gli insegnamenti di Juan Alberto, che ci ha insegnato ad amare Cristo e ad amare te, faremo il possibile per accompagnarti, in tutto ciò che possiamo. Grazie di tutto Giorgio”.

Arca Zárate-Campana:
Paola: “Prima di tutto desidero ringraziarvi per le migliaia di chilometri che avete percorso per arrivare fino qui. Penso che, a battere il record con l'auto, siano stati i fratelli di Santa Cruz: 3000 km. Vedere Carlos per la prima volta in rappresentanza dei fratelli di tutto il Messico è stata per noi una felicità immensa. Oltre a tutti i presenti voglio ringraziare i ragazzi di Zárate e Campana che hanno lavorato tanto per questo incontro e per la marcia antinucleare, i ragazzi che sono stati tutto il giorno in cucina, coloro che hanno fatto volantinaggio tutti i giorni sotto la pioggia, i lampi, il sole,  loro hanno continuato a volantinare senza fermarsi. Abbiamo Zárate e Campana contro, ancor di più dopo la marcia di venerdì, ma siamo più felici che mai e ci sentiamo molto forti nel fare questo. Ci riempie di grande gioia affrontare questo mostro di Atucha e uscire e gridare la verità per risvegliare le persone, poi sarà quel che sarà. Ovviamente hanno intenzione di installare più impianti nucleari a Lima, Atucha II, Atucha III, Carem 25, la verità è che è un conglomerato nucleare disastroso. Inoltre, abbiamo la Monsanto, siamo totalmente marci. Ma è anche una grande benedizione per noi oggi avere Giorgio qui a Campana, in questa riunione. Ancora non capiamo perché lui sta qui oggi con noi ma penso che lui bilanci la tanta oscurità della zona, la tanta contaminazione, la tanta violenza e che ci serva a tutti e che ci alimenti come è stato finora. Grazie”.
Agustín: “I miei sentimenti sono molto simili a quelli di Paola, per non dire uguali. Spero che stiate trascorrendo bene questo giorno, noi siamo molto soddisfatti e felici, cerchiamo di assorbire al massimo tutto. Ci chiediamo se siamo degni di trascorrere la Pasqua con Giorgio ma a volte abbiamo la fede profonda che il nostro è un cammino di vita, morte e resurrezione, per poter collegare quegli anelli che ci conducono al Regno dei Cieli. Dobbiamo ricominciare da capo. Giorgio ha detto che siamo stati iniziati, ci sta insegnando che cosa è la vita. Grazie mille Giorgio. Per secondo, un grazie di cuore a tutti coloro che unendosi a noi stanno sostenendo la marcia, per attaccare, nel senso migliore della parola, questa nefasta industria dell’energia nucleare. È un atto di violenza, dunque mettiamo il dito esattamente dove fa più male al potere di turno, con la potenza Celeste che sta dietro tutti noi, e anche questo è un passo avanti verso la nostra libertà. Vi ringrazio tutti”.
La emozionante espressività nelle parole dei nostri fratelli che si sono susseguiti in rappresentanza delle varie arche ci ha profondamente commosso. Tante lacrime e un forte sentimento d'amore ci legano in un vincolo sacro. La presenza del Calice è capace di creare tutto questo. Ora spetta a noi mantenerlo saldo.
Il messaggero di Dio riprende quindi la parola.
Ognuno di voi per me è un volto. Il vostro volto, il vostro sguardo è la personificazione del vostro spirito. Ho registrato tutto, uno ad uno, il vostro volto, il vostro spirito. Ciò  che chiedo a voi, che siete i miei fratelli, ciò che vi chiedo e vi prego è che manteniate questo volto, questo sguardo di amicizia che avete, questo sguardo di amicizia che mi trasmettete, questo sguardo di fratellanza, di fedeltà e che preghiate per me perché la mia fede sia forte, invincibile affinché la mia fedeltà a Cristo sia uguale a quella che voi date a me. Grazie, vi amo tutti.
L'incontro termina così, con queste bellissime parole di Giorgio che toccano il cuore dei fratelli.Un incontro di emozioni, pianti, risa, colmi di alte vibrazioni spirituali che darà la spinta e la forza per affrontare un altro anno prima del suo ritorno in questa terra latina tanto amata da Dio.
È oramai sera ed è ora di andare a cena ma Giorgio preferisce mettersi subito in viaggio verso la Capitale Federale. La mattina seguente ci aspetta la nave che ci porterà nella città di Montevideo.
Arrivare a Montevideo è come ritornare a casa. L'odore della città situata ai piedi del Rio della Plata, una lingua dell'oceano Atlantico, i suoi colori, le sue caratteristiche scatenano i tanti ricordi della permanenza di Giorgio nei suoi quattro anni di intensa missione in questa terra di Uruguay. Una terra a forma di cuore dove vive una pietra a forma di un cuore che ha viaggiato per il mondo insieme a lui portando speranza, gioia e amore in un messaggio rivolto alla coscienza degli uomini che chiama al risveglio delle anime.
Giungiamo a casa insieme a Georges ed Erika e in serata incontriamo alcuni dei fratelli dell'Arca di Montevideo. L'indomani l'incontro di amici e simpatizzanti si tiene presso una sala della chiesa evangelista della città.
                                       
                   MONTEVIDEO SALA EVANGELISTA
 
“Cari amici e fratelli ci troviamo in un momento storico molto importante ed è importante partecipare alle iniziative come quella a cui io parteciperò dopodomani in Argentina, contro la centrale nucleare di Atucha; dove si realizzerà una marcia di protesta per chiedere che l’impianto si chiuda definitivamente. L’energia nucleare è una energia diabolica, anticristica.
Anche questo viaggio di pochi giorni in Argentina e in Uruguay è voluto da Cristo e della Sua Santa Madre, affinché io mi ritrovi con i fratelli delle arche per riabbracciarli, per confermare la nostra unione, la nostra lotta e la nostra dedizione all’Opera; per continuare ad essere testimoni del messaggio che dal 25 marzo 1952 noi chiamiamo: “Dal Cielo alla Terra”.
Messaggio iniziato dalla nostra guida spirituale Eugenio Siragusa e che proseguirà fino alla Seconda Venuta di Cristo. Voglio ringraziare Hugo Lucas qui presente perché la pietra di Artigas (http://www.giorgiobongiovanni.it/messaggi-2010/2574-presentazione-della-pietra-di-artigas.html) è un segno della presenza di Cristo, è un messaggio che parla di Lui e del Suo ritorno. Di fatto, l’Architetto che disegnò la pietra è il Cristo, o suo Padre Adonay, che è nostro Signore Dio.
La prima volta che incontrai la pietra negli anni Novanta notai la lettera "J" e la lettera  "C" al suo interno, e dissi immediatamente ad Hugo: “Questo è un messaggio di Cristo che viene dall’interno della Terra, dalla Madre Terra”, da circa 130 milioni di anni. Allora se circa 130 milioni di anni fa si parlava del Cristo, di Gesù Figlio dell’uomo che sarebbe tornato sulla Terra, significa che Egli aveva un progetto per questo pianeta attraverso l’evoluzione. “Mostrami la pietra che è stata scartata, lei è la chiave del Mio segreto. Tutto proviene da Me…”, si legge in un passo di uno dei Vangeli apocrifi che secondo me parla della pietra nel senso simbolico e forse anche in senso fisico. Allora come dicevo, questo messaggio inizia nel 1952, e noi oggi non ci troviamo in un luogo sacro per caso con dei fratelli che credono in una chiesa apparentemente diversa dalla Chiesa cattolica, però cristiana. Ci sono molte chiese cristiane nel mondo,  la più conosciuta è quella cattolica perchè conta il maggior numero di fedeli. Uno dei messaggi che ho ricevuto in questo viaggio in SudAmerica è proprio questo: spiegare ed approfondire con i nostri fratelli che noi non apparteniamo a nessuna istituzione materiale, talvolta necessaria, ma umana. Sì, apparteniamo ad una chiesa, non siamo orfani, non siamo  pellegrini viandanti alla ricerca di  un tempio che non abbiamo. Noi crediamo nella Chiesa che Gesù Cristo ha fondato attraverso Pietro, ma abbiamo una chiesa spirituale che ha una conoscenza cosmica e non possiede istituzioni, perché possono appartenere ad essa tutte le persone del mondo: è la Chiesa di Giovanni l’Apostolo. Il nostro gruppo spirituale si identifica come seguace di Cristo, con devozione, obbedienza ed adorazione al Cristo, ma il maestro e la guida delle nostre conoscenze spirituali è sempre stato Giovanni l’Apostolo ed insieme a lui Giovanni il Battista.
Giovanni l’Apostolo è stato il prediletto di Cristo, non a caso. Ma nonostante fosse il prediletto, il Cristo non gli ha dato un posto superiore rispetto agli altri fratelli, infatti nel Vangelo Gesù dice: “Amatevi gli uni con gli altri, così come Io vi ho amato” e “Non chiamate nessun altro Maestro e Padre, perché Uno solo è il vostro Maestro”. Dunque il Cristo non esalta uno più dell’altro, ma ha un prediletto che è Giovanni. A Pietro dice: “Fondiamo la Chiesa su questa pietra, Io ti dò la chiave…!” Noi ci identifichiamo nella chiesa spirituale di Giovanni perché non abbiamo un tempio ma rispettiamo e molti di noi partecipano ai rituali della chiesa di Pietro: il Battesimo, la Comunione ecc., ma per quanto riguarda il grado di conoscenza noi facciamo la differenza. Soprattutto in questa fase degli ultimi tempi siamo chiamati ad aiutare i nostri fratelli cattolici ad uscire dall’ignoranza, particolarmente in una cosa fondamentale, che è il tema principale sviluppato in questi ultimi cinquanta anni, un annuncio che nessuna chiesa, o quasi, dà con insistenza sul prossimo tempo: la venuta in presenza fisica e spirituale di nostro Signore Gesù Cristo, insieme ai Suoi Angeli. Ed inoltre il compimento delle profezie, dove si annuncia che prima della Seconda Venuta di Cristo con grande potenza e gloria si presenterà l’anticristo, il figlio di Satana, il traditore, il bugiardo, il Giuda che ingannerà il mondo.
Prima del ritorno di Cristo il nostro compito è quello di essere testimoni dei segni, mostrare i segni a tutti i nostri fratelli, soprattutto cristiani, ma anche di altre religioni; Ora nella Chiesa di Pietro si è manifestato un segno importantissimo: l’elezione del nuovo Papa Francesco, che ha rivoluzionato tutta la chiesa di San Pietro. Un segno molto importante che viene da Dio e che richiama l’attenzione ad avere discernimento. Noi che siamo osservatori e testimoni della Chiesa spirituale di Giovanni dobbiamo interpretare questa nuova presenza che ha uno scopo importante ed è in relazione con Giovanni l’Apostolo, con la Seconda Venuta di Cristo e con Giovanni il Battista. Papa Francesco, argentino, quindi proveniente dalla Galilea dei Gentili, potrebbe essere colui che scopre e rivela le opere nefaste dell’istituzione cattolica di Pietro, svelando la verità e liberando dall’ignoranza il popolo cattolico cristiano.
Rivelando la corruzione che c’è nel vaticano, facendo nomi e cognomi dei cardinali e dei vescovi implicati nello scandalo della pedofilia; rivelando le ricchezze illegali che possiede la banca del Vaticano, quelle della mafia siciliana e italiana, e tante altre opere funeste, per liberare la Chiesa di Cristo dal peccato e renderla finalmente libera. Quello che il Cielo chiede al papa è di liberare  e salvare la chiesa di Pietro per poi sposarsi con la Chiesa spirituale del prediletto di nostro Signore, Giovanni. Questo è ciò che lui potrebbe fare. Ma c'è un’incognita: che possa non farlo. Nonostante la sua posizione discreta, umile, perfino affascinante, carismatica, malgrado le ombre che ebbe durante la dittatura (ma non ci sono sacerdoti nel mondo che non abbiano ombre, tranne i missionari i quali sono puri e puliti), potrebbe non farlo perché non lo vorrà fare oppure perché non gli permetteranno di farlo, potrebbe essere ucciso come Giovanni Paolo I, che fu un vero messaggero di Cristo. Se non vorrà farlo significa che si comprometterà, accettando la mediazione, la negoziazione ed eventualmente si corromperà omettendo di parlare. In quest'ultimo caso avremo nei prossimi mesi una chiesa più vicina ai credenti, apparentemente più umile, più spirituale, con un Papa che parla bene, sorride, si avvicina ai bambini, che lava i piedi ai detenuti, ai poveri d’Italia, ma non cambierà niente nel potere della Chiesa. Se dovesse accadere questo si trasformerebbe dal Papa messaggero di Cristo al papa messaggero dell’Anticristo.
Allora, perché io sono qui? Fratelli, per avvertirvi di tenere gli occhi aperti, di non chiuderli e non essere fanatici ed accecati da troppa luce; di avere la giusta misura, il discernimento per leggere con attenzione gli eventi. Cioè dobbiamo mettere in pratica ciò che ci hanno detto sempre gli Esseri di luce, la Vergine, il Cristo, prima attraverso Eugenio Siragusa poi tramite il vostro servo:  avere discernimento e guardare i fatti. Dobbiamo riconoscere che questo Papa è un segno importante e questa volta più di altre, la sua presenza è molto vicina a noi; potrebbe essere il nostro più grande alleato nell’Apocalisse, oppure il nemico più grande. Vi domanderete perché io vi dica queste cose. La ragione è che la mia missione è proprio quella di avvisarvi, altrimenti non sarei un precursore, il precursore avvisa riguardo ciò che potrebbe accadere. L'unica cosa certa è la Seconda Venuta di Cristo; le altre cose potranno avvenire o meno, noi dobbiamo discernere.
Un’altra cosa importante è che è arrivato il tempo in cui occorre prendere una decisione definitiva su ciò che dobbiamo fare. Nella vita bisogna fare delle scelte, e ci sono dei momenti in cui essa ti impone di decidere. Noi in questo momento ci troviamo a vivere gli ultimi tempi. Il Messaggio di Cristo che ho ricevuto per la Pasqua parla chiaro: “Dovete stare uniti, vivere la Comunione, se non sarete uniti farete la morte seconda. Dovete denunciare il male, annunciare la Mia Seconda Venuta, bere il Mio Sangue, e servirMi, cioè essere testimoni”. Il Cristo insiste sulla nostra unione, affinché noi scegliamo definitivamente di essere veri servitori e realizzare così lo stato di coscienza. Cosa significa? Non significa meditare tutto il giorno, uscire dal corpo e vivere il paradiso spirituale, felici, senza arrabbiarsi mai, sempre con il sorriso, no, non è questo lo stato di coscienza.
Realizzare lo stato di coscienza significa vivere la propria identità spirituale a prescindere da dove ci si trova, affrontando i problemi umani di ogni giorno, sopportandoli (ad esempio la situazione economica) superandoli, lottando per la giustizia sociale e soprattutto non rinunciando alla chiamata ricevuta simbolicamente nel 1952. Oggi ancora nel 2013 questa chiamata è confermata e può trasformarsi in una scelta per coloro che non l'abbiano già fatta. Noi tutti possiamo divenire eletti se lo vogliamo e salire di livello avvicinandoci di più a Cristo che ci donerebbe una cosa straordinaria: quella di essere anche noi eredi del Regno di Dio in Terra, di essere vicini a Dio, agli angeli. Ma per convertirci in eletti dobbiamo dare la vita o essere disposti a darla per questa causa. Ma noi siamo disposti a dare la vita? Essere disposti anche a morire di fame, di sete, o in una guerra civile o essere perseguitati nella repressione di una dittatura o vivere la morte civile che non ti permette di scrivere né di parlare. Sei disposto tu, chiamato della Chiesa di Giovanni, a dare la vita? Questa è la nostra sfida con noi stessi.
Se sceglieremo e decideremo di sì, avendo fede, io sono sicuro che noi compiremo la nostra missione, la quale consiste solo ed unicamente nel risvegliare le anime, non giudicare, accompagnare i giusti a prescindere dal loro credo, come i giudici antimafia di Palermo, come padre Matteo dell’Uruguay, come Don Ciotti in Italia e tanti altri. Grazie alla loro fede in Cristo portano fuori tanti bambini e giovani dalla delinquenza, e molti altri che operano per il bene nonostante non facciano parte delle Arche della nostra chiesa spirituale. La nostra missione è denunciare dove sta il male ed essere testimoni di questi segni, ma ora cosa è cambiato rispetto all’anno passato? Se Giorgio ripete sempre le stesse cose, qual è la novità?
La novità è che noi ci troviamo davanti ad una decisione, ma voi non dovete dirmi: “Io ho scelto”, dovete dirlo a Cristo che verrà subito a visitarvi, uno per uno. Ad un nostro fratello dell’Arca, in Italia, è apparsa una croce nella fronte, è un segno, una visita del Cristo; è una conferma di quello che mi disse: “Io verrò a visitare i tuoi fratelli uno per uno” .
Quando Lui ci visiterà dobbiamo rispondere, non c’è bisogno di dire: “Oh, grazie Maestro per il regalo che mi stai facendo”, ma dobbiamo risponderGli con la scelta e dare la risposta che Lui vuole da noi e cioè che siamo disponibili a dare la nostra vita per questa Opera, a superare tutte le nostre difficoltà sentimentali, materiali, economiche e di salute fisica. Noi non siamo delinquenti, non abbiamo vizi, non vendiamo droga, non facciamo parte di nessuna associazione criminale, né siamo corrotti o lavoriamo per corruzione; siamo uomini comuni ed abbiamo i nostri peccati, le nostre debolezze che il Cristo ci perdona ma non dobbiamo cadere nella tentazione di dire: “No Signore, non so se posso darTi la vita perché ho questo problema sentimentale, economico, di salute…”. Il Calice della Comunione Cristica che vive tra voi esiste per saziare la sete del vostro spirito.
Noi siamo gli assetati di giustizia, io parlo per me, ma posso parlare anche a nome di tutti i miei fratelli che siete voi, membri della tribù di Giovanni; siamo coloro che affermano di essere parte del discorso di Cristo fatto sulla montagna. Quella parte di gente onesta che il Signore chiama “Beati gli assetati di giustizia”, “Beati coloro che vogliono la pace”, “Beati coloro che hanno amore”. Noi ci sentiamo tra coloro che il Cristo chiama: “Beati gli assetati di giustizia” ma questo nobile e straordinario sentimento di valore ci obbliga a seguire le orme di Cristo.
Quando Lo crocifissero, Egli fece un grande atto di giustizia: salvò i Suoi fratelli e condannò coloro che scelsero il deicidio del Figlio di Dio. Allora con questo esempio andiamo avanti.
Questa pietra, come ha già detto Hugo, mi accompagna ed io accompagno coloro che essa visita.  Curiosamente, ma non esiste il caso, questa pietra visita le stesse città del mondo che io ho visitato e continuerà camminando nei luoghi in cui sono stato.
Voglio spiegare alla gente che accadranno grandi catastrofi, segni misteriosi in cielo, si manifesteranno miracoli incredibili ed eventi politici e sociali a cui le persone non sapranno dare nessuna spiegazione. Una guerra mondiale, una dittatura inaspettata, una catastrofe e la gente suonerà i campanelli di quei luoghi dove da molti anni si spiegano queste cose: le profezie, gli eventi, la Seconda Venuta di Cristo, l’anticristo, i giusti, i Papi… Quello che dico è provato, pensate che solo il giorno in cui il Papa Ratzinger ha rinunciato al suo mandato sono entrate nella nostra pagina internet migliaia di persone. È stato un segno per me. Significa che quando accadranno gli eventi, la gente andrà a cercare istintivamente informazioni alternative. E dal momento che io conosco quello che succederà prossimamente, noi, voi che vivete qui, dovete prepararvi per soddisfare intellettualmente queste persone.
Ma se non avremo lo stato di coscienza del quale parlavo prima, se non sceglieremo definitivamente di dare la vita per il Cristo, se non saremo forti più che mai, non ce la faremo a compiere la parte più importante della nostra missione, perché ci perderemo nella paura, nella depressione, nell’auto annientamento della nostra personalità.
Credo che questa sia la cosa più importante che volevo dirvi, soprattutto in questo incontro. Sembra banale, semplice, sembra la ripetizione di cose che ho detto in questi anni con cento messaggi, ma io penso che non sia così. È una conferma alla nostra missione. Se volete, è una rivelazione di quello che siamo realmente, del perché ci siamo incontrati un’altra volta; del perché il Cielo ci ha chiamati riunendoci sotto le ali dell’Aquila Giovannea, il motivo per cui oggi siamo qui, nel 2013, giorni prima della venuta di Nostro Signore. Lui è qui, ora più che mai, non soltanto perché io Lo vedo ed ho la fortuna di averLo visto, di essere stato testimone della Sua presenza, ma perché Cristo ce lo sta trasmettendo.
Il demonio, nostro avversario, vuole debilitarci e portarci ad un punto tale da farci dire: “No, basta, non posso. Sì, Cristo ritornerà ma io non posso più, non ce la faccio, che se ne occupino gli altri…”, questa è la nostra prova. In questo luogo, umile e sacro allo stesso tempo, ho parlato di quello che il nostro Signore Gesù Cristo mi ha detto di dire a voi fratelli: molti peccati che abbiamo commesso e quelli che commetteremo sono tutti perdonati, perché Lui sa quali saranno i nostri peccati. Ne è già a conoscenza prima, dunque dal momento che conosce il nostro futuro, mi ha detto di dire ai miei fratelli:  "Io so quali sono i vostri peccati e so quali saranno, ma Io li perdonerò prima che li commettiate; non potrò perdonarvi, però, se dopo questi peccati voi rinuncerete all'Opera, alla vostra missione. Non li perdonerò, né potrò fare niente per evitare che voi facciate la seconda morte. Perdonerò invece ogni vostro peccato se vi rialzerete e continuerete portando avanti l’Opera che vi ho affidato”.  Non rinunciamo, quindi,  non diamo la vittoria al maligno facendo compiere la profezia: “Molti i chiamati, pochi gli eletti” e per evitarlo dobbiamo andare avanti.   
 
Il messaggio è stato consegnato anche nella città di Montevideo dove sono presenti i rappresentanti e tanti fratelli delle arche dell'Uruguay. Messaggio che ognuno di noi deve fare suo, all'interno del quale possiamo trovare la chiave che ci permette di portarlo avanti con forza, coraggio e passione risvegliando le anime alla Verità di Cristo.
 
Le grandi precipitazioni di acqua avvenute in questi giorni che hanno causato anche dei morti sono un preavviso?
Un preavviso che dimostra che gli attori principali non sono solo le potenze con i loro eserciti e le bombe, ma sono le forze della natura, l’Acqua, l’Aria, la Terra ed il Fuoco che saranno la sorpresa dell’anticristo e dei potenti perché faranno inginocchiare tutta l’umanità; e questo accadrà presto, molto presto. Se siete in sintonia con il Cristo e con voi stessi, con l’Opera, con la comunità, con l’arca, con i fratelli, le forze della natura diventeranno vostre amiche. Dove andrete si aprirà il cielo e non vi accadrà niente, perché? Non perché siete dei santi ma perché siete in sintonia con i valori del Padre Sole e della Madre Terra e con voi i quattro cavalieri dell'apocalisse diverranno come agnellini; quando non è così, essi diventano feroci. Attaccano e distruggono l’uomo.
 
Maria, madre di Gesù e Giovanni
Guardando il prediletto, Cristo disse a Maria: “Madre questo è tuo figlio”, e a lui disse:  “Questa è tua Madre”, in quel momento Giovanni divenne il custode della Madre di Cristo. Dopo un periodo di tempo, Giovanni l’Apostolo andò ad evangelizzare la Grecia, la Macedonia, vari luoghi dell’Oriente e La lasciò sola. Quando ritornò, la Vergine Santa era stata assunta in Cielo e lui disse: “Madre, ti chiedo perdono, il Maestro mi aveva chiesto di prendermi cura di te, ma io sono andato ad evangelizzare, ora sono qui”.  La Santa Madre era ascesa in cielo con il corpo, così come Gesù, e ritornerà sulla Terra insieme a Lui.
 
Cosa accade quando lasciamo il corpo fisico?
Se lasci il corpo fisico in forma violenta vai nell’aldilà istantaneamente, altrimenti il passaggio è più lento. Lo spirito in un primo momento pensa di sognare, possono passare ore, giorni o mesi, e pensi: “Sto sognando, ora mi sveglio, lo racconto a mia moglie". Ma non ti svegli. Quando cominci a prendere coscienza che sei morto perché vedi tutti che piangono e nessuno ti vede e tu sei vivo ma non ti svegli, in realtà stai rinascendo, come un bambino. Che cosa fa il bambino quando nasce? Piange. Cosa fa quando lo mettono sul petto della mamma che lo cura, gli dà affetto, amore? Anche nell’aldilà accade in un certo senso questo, si avvicinano degli Esseri, perché tu sei un po’ spaventato e vuoi ritornare sulla Terra ma non puoi, essi incominciano a spiegarti che stai passando ad un nuovo mondo, completamente differente e ti stanno vicino. Questo è ciò che accade lì ma ci sono varie cose che possono accadere, te lo spiego sinteticamente perché sarebbe un discorso molto lungo. Se tu sei una persona buona, e lo sei, allora vai in un mondo di Luce, dove c'è pace, amore, dove ti prepari per un’altra incarnazione studiando la tua vita passata; si studiano cose che ora non posso spiegarti ma un giorno lo farò perché  conosco bene questo argomento. Se invece sei una persona cattiva, e non è il tuo caso, vai in luoghi di tenebre ed anche lì ci sono esseri, ma è un tormento. Cosa accade dopo? Tu puoi avere la missione di parlare alla gente che hai lasciato, per dimostrare che esiste la vita eterna, allora questi Esseri, chiamiamoli guardiani, ti dicono: "Guarda, questa è la situazione" e ti presentano il nuovo mondo, poi  ti danno il permesso di scendere, come spiriti, che vengono comunemente chiamati fantasmi, per dare i segni che tu sei vivo, che qui esiste la vita eterna. Può capitarti questa missione, come succede a vari spiriti, oppure no e ti dicono: "Bene, è successo quel che è successo, ora vivi qui ed inizierai un nuovo ciclo fino a quando ti reincarnerai." La reincarnazione, come sai, noi la contempliamo, è necessaria per evolversi, quindi quando ti pongono delle domande a riguardo puoi rispondere: “È come quando tu nasci da bambino, è una rinascita, ti metti a piangere e arrivano le persone care che pensano a te, ti spiegano e ti educano al nuovo mondo; sei uno spirito piccolino, neonato, che deve abituarsi, trasformarsi in un giovane poi in un uomo, vivere in quel mondo per prepararti al nuovo ritorno”.
 
Quindi puoi rivedere i tuoi cari?
Si, puoi reincontrare tutti i tuoi cari, come può accadere che non incontrerai nessuno di loro; so che è difficile comprenderlo per noi, ma quando sei lì, tutti gli esseri che vedi sono cari, tu li ami tutti, e provando questo amore dici: “Come potrei essere più felice? Oh Dio mio, non voglio  ritornare laggiù!” Questa è la felicità. Ci sono esperienze registrate in Italia di spiriti che parlano con i medium. Ho le prove di questi fatti dove figli parlano con la madre e la loro voce è identica, come se io stessi parlando con voi e riconoscete la mia voce, vi dico: “Sono qui, sto bene, non piangete; qua siamo tutti fratelli, mamma stai tranquilla, non ti preoccupare, qui sto bene, non ho bisogno di niente, siamo felici”; danno questi messaggi. In Italia c‘è un gruppo di ricercatori molto famosi, parapsicologi, tra i quali anche americani che, attraverso esperimenti radiofonici, aiutano le persone che perdono i ragazzi molto giovani. I genitori, dopo queste esperienze, cambiano la loro vita carica di una tremenda sofferenza, di dolore e di ribellione e cominciano ad accettare la morte dei propri figli, a stare meglio perché ascoltano la loro voce alla radio dal mondo nel quale si trovano. I figli dicono loro che ora studiano la vita, che analizzano l'incarnazione appena lasciata e quelle di altre vite, sono attivi, pregano, riconoscono Dio, non conservano il corpo fisico,  ma hanno l’anima, la luce, il corpo astrale.
 
Perché non ricordiamo le vite precedenti?
Per ora non le ricordiamo perché facciamo parte della terza dimensione, ricordare tutte le reincarnazioni precedenti potrebbe complicare la nostra condizione di discernimento. Per esempio: se io nella vita passata sono stato un santo, questo ora potrebbe condizionare la mia vita, visto che oggi non lo sono. Così potrei dire a me stesso: “Perché sono qui, se sono stato un santo? Perché commetto peccati ora?”. Se nella vita precedente invece sono stato un criminale, mi direi: “Sono stato un criminale ed ora non sono degno di vivere, come ho potuto uccidere tutta quella gente?!”.  Nel caso in cui fossi stato una persona normale, potrei pensare “Perché sono venuto qui se nella vita passata non sono stato nessuno, a che serve rinascere?” Saremmo comunque sempre condizionati perché non abbiamo l’intelligenza spirituale per discernere e la coscienza per non farci condizionare. Gli Extraterrestri per esempio, che vivono nella quarta dimensione ricordano tutto perché questo li aiuta a migliorare. Un giorno quindi anche noi ricorderemo.
 
Se tutti gli spiriti vanno in Cielo, cosa si intende quando si dice che una casa è infestata e lo spirito o l’anima è intrappolata e a volte si avvicina alle persone?
A volte accade che un’anima tormentata o materialista rimanga vicino al corpo che ha lasciato, anche per centinaia di anni, e non riesca a liberarsi. È un’anima tormentata. A volte ci sono casi di "fantasmi" che vivono vicino a dove morirono fino a quando arriva il momento in cui si liberano ma possono passare centinaia di anni. Anche questo può succedere, ed accade alle anime tormentate.
 
Cosa puoi dirci riguardo l’essere che ci accompagna durante la nostra vita, l’angelo custode?
Esistono questi Esseri di luce, gli Angeli di ieri, Extraterrestri di oggi, che hanno la missione di prendersi cura di noi e molti di loro stanno dietro alle persone. Ad esempio io ho un essere che mi accompagna tutti i giorni, un Essere di luce, un extraterrestre, “un angelo custode” che si chiama Setun Shenar.  Quando si è presentato, mi ha parlato, l’ho visto di luce, l’ho toccato e mi ha spiegato che gli angeli custodi non esistono nella forma che ha spiegato la Chiesa cattolica; sono loro che si avvicinano a determinati uomini per guidarli nella missione che dovranno svolgere.  Ognuno ha la sua missione, alcuni più pubblica, come la mia, ed altri meno. Ognuno di voi,  chiamati da Cristo, ha un Essere di luce dietro di se, solo che non ne siete coscienti, ma questi esseri vi danno i segni della loro presenza. Ricordate però che è presente anche l’altro, accanto a voi, l'angelo nero che cerca di ostacolare il vostro cammino.  
 
Riguardo Lucifero e Satana?
Sono come Cristo e Gesù, l’uno compenetra l’altro. È la stessa essenza contraria, nel male. Lucifero è più alto di Satana, così come Cristo è più alto di Gesù, ma la compenetrazione di Lucifero nell'uomo è diretta e terribile, mentre quella di Cristo è diretta e divina; ma ricordatevi sempre che Cristo comanda Satana, non il contrario.
 
Cos'è il karma?
Il karma è una Legge Divina; è la Legge della Giustizia perfetta. Se sbagli paghi. Ognuno di noi ha il suo karma e lo paga attraverso la reincarnazione per imparare ed evolversi. Non è qualcosa di brutto, ma di bello, perché è l'opportunità che Dio ci dà nella Sua misericordia infinita per pagare i nostri peccati, evolverci e diventare nuovamente un essere d'amore. Normalmente il karma si paga con la sofferenza. È difficile che tu paghi un karma usando la violenza verso gli altri, ma possono esserci eccezioni. È quasi sempre un karma quando tu assumi una sofferenza fisica, psichica, intellettuale, cerebrale e la porti per tutta la tua vita. Quando hai finito quella incarnazione di sofferenza e sei risorto nell’aldilà, dici: "Bene, l’ho pagato, ora mi reincarno e mi godo la vita, voglio essere migliore, studiare, evolvermi, starò bene spiritualmente e fisicamente”. Ma il Cristo con il Suo sacrificio ci ha offerto una grande opportunità dicendoci: "Voi avete il karma, ma se agite seguendo il mio esempio potrete non pagarlo più, se voi vi sacrificate per gli altri, lottate per la giustizia sociale, Io vi cancellerò il karma". Questo è l'amore incondizionato, l'amore cristico. In realtà Egli disse: "Io prendo il karma di tutti e vi salvo";  ma si riferiva a tutti coloro che credono in Lui e mettono in pratica i Suoi insegnamenti. Chi non accetta questa offerta redentrice non sarà salvato e dovrà pagare il karma. Per queste persone il ciclo evolutivo è molto più lungo. In sintesi se noi assumiamo il sacrificio cristico ci evolviamo molto più rapidamente, non paghiamo il nostro karma e permettiamo ad altri di fare lo stesso.
 
Quando vedi gli Esseri di luce, di che colore sono?
Normalmente sono di luce gialla oppure dorata, violetta o rosa; anche di colore azzurro, ma nel mio caso è molto raro. Gli Esseri che io vedo con i miei occhi sono di colore viola ma la luce che mi illumina è gialla e dorata, è così forte che non li puoi guardare. Se vogliono mostrare il loro viso devono abbassare l’intensità della luce, altrimenti non riesci a vederli. Hanno tanta luce, pace ed armonia. Se siete irritati, se siete a disagio, fatevi curare da questi Esseri che vi trasmettono un amore infinito.
 
Gesù disse ai discepoli di andare a predicare alla gente e scacciare i demoni, ma tutti possono farlo?
Sì, ma se abbiamo la fede che Cristo ci raccomanda, altrimenti è meglio non farlo.
 
In che modo si può cooperare con il Piano Cosmico?
Acquisendo uno stato di consapevolezza. La tua domanda è profonda. Cooperare con il Piano Cosmico significa cooperare con il Cristo che ideò il Piano Cosmico.  Cooperare con il Cristo vuol dire fare ciò che c’è scritto nel Vangelo: devi lasciare tutto e seguirLo. Questo non significa lasciare ed ignorare tutto, ma devi mettere Lui al primo posto. Il Cristo prima di tutto. Nelle apparizioni che ho avuto, quando la Vergine, gli Angeli ed il Cristo mi chiesero:  "Vuoi cooperare con me?” La mia risposta è stata sì, allora mi hanno detto di lasciare tutto. Io ho una famiglia ma questa viene dopo, davanti c’è sempre Lui. Tutta la mia vita viene dopo, mangiare, vivere, amare i miei fratelli, i miei figli, mia moglie; tutto viene dopo Cristo, qualunque cosa  mi si presenti nella vita, perfino il mio impegno di padre viene dopo il Cristo. Se questo non è accettato dai miei figli, mia moglie, i miei genitori, dai miei compagni, io li lascio. Domanda profonda, risposta profonda. Grazie a Dio ho la mia famiglia, i miei figli mi seguono, la mia compagna mi segue, fino ad ora il Signore non mi ha dato questo dolore. Ma la disponibilità deve durare fino all’ultimo momento. “Sono qui, sono Tuo".  “Lascia tutto e vai in Argentina, ora vai in Africa, anzi, lascia tutto e vai là..” devo essere disponibile, sempre, a tutto, in qualsiasi momento, in qualsiasi luogo.
Avevo 26 anni, il 2 settembre del 1989, quando mi offrirono di portare la sofferenza di Cristo, ora ne ho quasi cinquanta. Ho venduto tutto, ero un imprenditore ed ho lasciato ogni cosa. Uno può scegliere di collaborare al 20%, al 30%, al 40; Cristo ti lascia la libertà di scegliere. Ma noi dobbiamo essere astuti perché anche il demonio lavora e qual è la nostra astuzia? Lasciare tutto. Che cosa significa lasciare tutto? Dobbiamo lavorare per mantenere le nostre famiglie e assumerci le nostre responsabilità sull'educazione dei figli ecc. ma tutto deve essere fatto in funzione di Cristo, prima Cristo e poi il resto. Quindi posso continuare a stare con il mio compagno o con la mia fidanzata ma prima viene Cristo, continuo a lavorare ma prima viene Cristo; il mio programma di vita, quello di comprare una casa, di fare le vacanze ecc., tutto viene dopo; prima viene Cristo. Questo è il segreto e l'astuzia.

Prima di tutte le reincarnazioni, come siamo?
Prima siamo spiriti puri che discendono dallo Spirito Santo, coscienti. Teneri, come i bambini, amorevoli, ma che devono essere istruiti, devono andare a “scuola” per apprendere conoscenza. Quando lo spirito si incarna perde la sua coscienza. La reincarnazione serve per farci realizzare la gnosi, la conoscenza. È come se decidessi di prendere una gocciolina dell'oceano e gettarla nello spazio della vita. Questa gocciolina sei tu che vieni separata dall’oceano: “Oh, quanto è immenso, dove sono?” Fai esperienza giri tutto l’universo per miliardi di anni e ritorni nell’Oceano. Solo allora potrai dire: “Io sono l’Oceano”, mentre prima dicevi: “Io sono solo una goccia nell’Oceano”.

Perché si dice che non abbiamo tempo, se nella Bibbia c’è scritto che un minuto sono mille anni?

Questo sarà dopo, nel Regno di Cristo. Il nostro tempo è limitato e relativo, perché il tempo cosmico è diverso dal nostro. Ci sono tempi assoluti. Nel tempo cosmico un anno equivale a 24 mila anni nostri, perché è calcolato in base al percorso che fa la Via Lattea intorno all’Universo, è praticamente il viaggio che fa la galassia. Questa si muove insieme ai suoi sistemi solari e compie quel giro intorno all’Universo, gira intorno ad un Cosmo durante un anno cosmico, che sono 24 mila dei nostri anni. Due anni cosmici sono 48 dei nostri, allora un milione di anni cosmici pensa quanti sono.

Come fa l’anima per incarnarsi?
L’anima per reincarnarsi deve avere i requisiti, perché è lo spirito che si incarna con l’anima; deve avere tutto chiaro, significa che ha dovuto affrontare tutta l’esperienza passata. Ha dovuto separare le esperienze buone dalle cattive e se deve pagare un karma deve scegliere quale, oppure se deve ritornare per missione è un’altra cosa. Lo spirito che ha compiuto l’autocritica è pronto per reincarnarsi. Quindi sceglie la famiglia che può essere la stessa che aveva prima se le esperienze fatte sono state positive, al contrario se erano tutte negative sceglierà un’altra famiglia.
 
In quale momento entra lo spirito nel bambino?
Lo spirito entra nel momento in cui il bambino piange. Per questo motivo piange ma l’anima c’era già.  Il suo spirito mentre il corpo si forma nel grembo materno si trova dietro la madre. Io ho una foto della sorella di Mara, la nostra cara Mara, che mentre era incinta si è fatta una foto di fronte allo specchio, dietro di lei è apparsa un’entità: era lo spirito del figlio che stava lì, di nove mesi ed era pronto per entrare.
 
È più facile incarnarsi che disincarnarsi?
Dipende, se hai fatto cose belle l'incarnazione è una liberazione. Se vieni per missione è sempre un trauma, ma lo fai con amore, io penso che sia meglio disincarnarsi se hai fatto cose buone, ma se non hai agito bene soffriresti  molto nella disincarnazione.
 
Quando le nostre miserie umane ci dividono, cosa dobbiamo fare?
Dobbiamo ricordare le parole d’amore di Cristo che ci invita ad imitarLo e ad amarci, perché siamo fratelli. Lui disse: “Amatevi gli uni con gli altri così come Io ho amato voi”. Questo è il comandamento. Se noi non riusciamo a superare le nostre miserie umane, che chiaramente possiamo avere ma che dobbiamo superare, significa che non amiamo Cristo, che non lo abbiamo mai amato e che non abbiamo mai creduto veramente in Lui. Abbiamo vissuto tutto con falsità per nostro interesse personale e se non lo realizziamo il nostro destino sarà di sofferenza, fino a che non cambieremo”.
 
Anche questo appuntamento giunge al termine. I giorni di permanenza previsti sono veramente pochi. Giorgio sfrutta il tempo al massimo. Il giorno seguente la riunione operativa chiama i fratelli nella nostra casa dove si ha modo di approfondire altri aspetti importanti dell'opera.
 
RIUNIONE OPERATIVA MONTEVIDEO
 
"I messaggi che ho trasmesso per volontà del Cielo" dice Giorgio al gruppo operativo dell'arca di Montevideo "non sono rivelazioni per voi che conoscete l’opera ma un’indicazione per compierla quest'opera; per questo voglio condividere con voi e approfondire questi concetti attraverso le domande che mi farete.

Come sapete, in questo momento la missione sta arrivando ad un punto importantissimo ed al tempo stesso molto delicato, forse il più delicato della storia della nostra opera perchè gli eventi che stiamo vivendo, eventi planetari, ma non solo, anche a livello locale, in un certo senso coinvolgono direttamente noi e molte altre persone. Quindi il tema centrale di questo viaggio è mirato a fare in modo di concentrarci maggiormente sulla visione delle cose, sulla nostra realizzazione di chi siamo, dove andiamo, perchè siamo qui, qual è il nostro cammino e, diciamo così, qual è la “nostra chiesa”. Avete sempre ascoltato dalla mia bocca che non apparteniamo ad un’istituzione ed in effetti  è così, tuttavia facciamo parte della chiesa spirituale del Cristo ma abbiamo sempre chiamato questa chiesa, la Chiesa di Giovanni, che è diversa dalla Chiesa di Pietro. Questa differenza non l’abbiamo mai spiegata prima, ma penso che sia arrivato il momento di farlo. Noi facciamo parte della chiesa spirituale di Giovanni, non dell’istituzione del vaticano nè di quella di Pietro che è rispettabile e che noi crediamo sia stata fondata da Cristo e che ebbe, ed ha, la missione di salvare le anime chiamandole alla rivelazione del Cristo, ma non è la chiesa per coloro che io definisco "Iniziati".   

Ora, se commettiamo degli errori, cadiamo e pecchiamo questa è un’altra cosa, sono i nostri problemi, le nostre tentazioni, ma questo non toglie il fatto che noi abbiamo conosciuto il messaggio del Consolatore promesso, Colui che ci ha rivelato tutto ciò che il Cristo ci aveva profetizzato. “Io vi mando il Consolatore e attraverso di lui vi parlerò di tutto, dello Spirito Santo, del peccato dell’uomo, del Giudizio, delle cose celesti, delle profezie che ho lasciato scritte duemila anni fa e di cui oggi non parlo perchè non mi potete comprendere”. Per questo motivo seguiamo Giorgio in questo momento. I due Giovanni, Giovanni Battista e Giovanni l’Apostolo, rappresentano la stessa cosa. Per questo non abbiamo mai fatto parte dell’istituzione cattolica apostolica romana; abbiamo preso parte ad alcuni rituali, come andare a messa, prendere la comunione, ma senza la partecipazione operativa come facciamo in quest’opera.

Il messaggio della chiesa di Giovanni riconosce i segni del Cielo, accoglie tutti coloro che vogliono fare le opere a favore della vita e riconoscono ed affermano che il Cristo salverà anche gli atei se faranno le opere. Una chiesa cosmica, universale, quindi, un’istituzione che non è istituzione. Sembra un gioco di parole, ma non è così. È arrivato il tempo in cui dobbiamo farci abbracciare dagli eventi, non dobbiamo fuggire dagli eventi, ma viverli prendendo parte ad essi e spiegandoli. Questo significa che presto, nell’ultima parte dei tempi che ci separano dalla Seconda Venuta del Cristo, intendo nei prossimi mesi o pochi anni, nei luoghi in cui noi viviamo e rappresentiamo la Chiesa di Giovanni saremo chiamati a dare testimonianza e precise risposte alla gente che verrà a cercarci in seguito alla manifestazione degli eventi che si succederanno dei quali la chiesa di Pietro non ha mai spiegato.

La Chiesa spirituale di Giovanni, è l’unico, o uno dei pochi gruppi spirituali al mondo, in grado di dire loro la Verità. Ora, è importante la nostra preparazione interiore, dobbiamo prendere coscienza di chi siamo, non nel senso che dobbiamo esaltare il nostro ego e diventare fanatici di noi stessi, perchè questo non serve, non è mai servito e mai servirà, sarebbe solo una perdita di tempo, ma per il compito che presto dovremmo assumerci. Questa preparazione, questa realizzazione ci deve servire a prendere coscienza di un prossimo compito, molto vicino, che già è iniziato e che di fatto io vivo in prima persona mentre voi  per ora  ancora in forma minore. Noi siamo stati scelti dal Cielo per spiegare alla gente ciò che sta succedendo, le motivazioni a livello spirituale, sociale, politico, scientifico, anche se in misura minore poichè non siamo competenti in quest’ultimo ambito. Innanzitutto sul piano spirituale-religioso e sociale-politico. Già ora l’allenamento che abbiamo fatto in questi ultimi anni ci ha alcune volte portato ad essere protagonisti di questi fatti, attraverso denunce politiche, civili, ecc.  Ma se non ci prepareremo seriamente interiormente ed intellettualmente a tutto questo, acquisendo una maggiore coscienza, noi saremo attaccati dalla paura e scapperemo. Stiamo parlando fondamentalmente di eventi catastrofici sulla Terra, naturali, o politici come mobilitazioni sociali, dittature o apparenti dittature mascherate da democrazia, ecc.

Proprio tra qualche giorno faremo una mobilitazione civile contro il nucleare; e allora energia nucleare, bombe atomiche, mafia, temi mistici, miracoli, segni in cielo e in Terra, migliaia di navi extraterresti sopra i nostri cieli ... A chi chiederanno le persone?  Cosa sta succedendo? Perchè le immagini della Vergine piangono sangue? Perchè il narcotraffico si è radicato a Montevideo quando prima era diffuso in Colombia? Perchè la  borsa di Montevideo crolla e tutti vivono in miseria? Temi apparentemente lontani gli uni dagli altri, ma noi siamo coloro che possiamo fornire una spiegazione logica grazie anche alla cultura che ci trasmettono uomini come per esempio Giulietto Chiesa, questi grandi ed importanti giornalisti, che ci stanno spiegando il panorama del futuro in forma più umana, ma che è lo stesso di quello che ci avevano spiegato negli anni Eugenio Siragusa e Giorgio con i loro messaggi.

Tutto questo accadrà. Ci sarà la fila di persone che qui in questa casa o all’arca busserano alla porta e si presenteranno in migliaia.
La nostra rabbia, la nostra tristezza, la nostra sofferenza non deve diventare quindi una tentazione, ma un impulso ad avere fede nel lavoro che stiamo facendo e che faremo in futuro ... i nostri programmi alla radio, le nostre piccole conferenze, le partecipazioni alle proteste civili ecc.
Quindi non dobbiamo ritirarci in collina, o all’Aurora, comprare lì una struttura, fare una setta ed aspettare che le navi arrivino e ci salvino tutti. Non dobbiamo conservare il cibo perchè sta per arrivare l’Apocalisse e i tre giorni di oscurità, e dimenticarci del mondo. Al contrario, dobbiamo mischiarci con il mondo, vivere ed affrontare i problemi sociali  ma con il nostro messaggio spirituale, questa è la chiave. Quindi non mi lamento di nulla, non ho altre indicazioni da darvi. Per me il cammino che stiamo seguendo è quello corretto e se c’è qualcosa che devo fare è solo spingere a fare di più o a continuare a fare ciò che stiamo già facendo.
 
L'altro messaggio della Chiesa di Giovanni è che non possiamo tirarci indietro, non dobbiamo tirarci indietro. E ciò che ho detto in Argentina lo ripeto qui: Cristo ci ha già perdonato i peccati che stiamo commettendo e che commetteremo ma non ci perdonerà se rinunciamo. Se domani inciampiamo, cadiamo, Cristo ci perdona, ma non ci perdona se non ci rialziamo. Se alimentiamo pensieri come: “Il mondo è terribile, nefasto, qui in Uruguay non cambia nulla, non ce la faccio più, mi ritiro”, Cristo non ci perdonerà perché noi siamo coscienti della Verità a cui l’apostolo Giovanni ci ha iniziato, la Verità di Cristo. Per questo, noi che abbiamo ricevuto tanto, persino il segno del Cristo visibile sul corpo di uno di noi, e ripeto, uno di noi, non possiamo permettercelo.
 
Tutta la Verità che ci è stata rivelata del messaggio del Cielo, degli extraterrestri, della reincarnazione, dei cambiamenti climatici, della Madre Terra che reagisce, della Seconda Venuta del Cristo, si appaleserà attraverso un grande cambiamento, lento ma inesorabile, che ci porterà verso la nuova era. In tutti i settori in cui siamo impegnati, ciò che ci deve pervadere, inondare come uno tsunami è  il messaggio di Cristo, l'annuncio della Sua Seconda Venuta e tutto ciò che esso implica: gli extraterrestri, le profezie, la denuncia dei crimini, della corruzione, della mafia, dell’energia nucleare, delle guerre, l’aiuto ai sofferenti e ai fratelli che non hanno nulla, perché moltissima gente nel prossimo futuro, in verità molto prossimo, forse tra uno-due anni, non credo di più, inizierà a venire in massa, preoccupata per la propria vita e per il proprio futuro. Chiederanno disperatamente a coloro che ritengono possano sapere qualcosa su quanto sta accadendo, in quanto i governi, i politici continueranno a mentire, le televisioni a fallire o a trasmettere programmi basati sulla menzogna, internet a confondere con i suoi labirinti.
È come l’istinto di sopravvivenza che ti porta a trovare il cibo là dove si trova, lo stesso accade  per la sopravvivenza dello spirito.

Quindi, cari fratelli dobbiamo avere fede e prepararci agli eventi non come segni, non come spettatori al cinema.  Noi saremo parte degli eventi, li vivremo dall’interno, ma ritengo che ora non siamo ancora pronti, siamo nel giusto cammino ma dobbiamo fortificare questa convinzione, questa coscienza di ciò che accadrà, dobbiamo combattere fino all’ultimo respiro. Lamentiamoci, arrabbiamoci, tutto quello che volete ma non molliamo.
 
Segue Parte V