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LA FINE DEI TEMPI E LE NOZZE DELLO SPOSO
Sospesi nell'aria viaggiamo verso il grande continente americano. Da quassù tutto sembra diverso.  Le case, le strutture che l'uomo ha costruito con tanta compiacenza di se  si rimpiccioliscono sino a scomparire sotto i nostri occhi. Penso agli astronauti che volano nello spazio e hanno la possibilità di vedere il meraviglioso pianeta azzurro per intero sospeso nello spazio sconfinato ... la nostra casa... nostra madre. Mi domando con quale sentimento possano vivere quei momenti, quali riflessioni scaturiscono dai loro cuori. Ritorno all'interno dell'abitacolo e guardo Giorgio seduto nel piccolo sedile dell'aereo stracolmo di persone pronto ad affrontare questo nuovo sacrificio. Una sola parola lo muove: Unione ... ripetuta all'infinito... unione per un obiettivo comune, il Cristo, che racchiude in se i valori universali della vita. Davanti a noi Anna Petrozzi, la caporedattrice del nostro periodico AntimafiaDuemila e Giulietto Chiesa il giornalista europarlamentare che ha lavorato e lavora tutt'ora per il quotidiano italiano “La Stampa” e che è stato per tanti anni corrispondente per il quotidiano italiano “L'Unità” a Mosca. Vediamo Giulietto Chiesa assorto a studiare la lingua cinese con tutti i suoi particolari caratteri da un libro in lingua russa. Un uomo che ama conoscere, sapere e soprattutto dire la verità e lottare per una giustizia sociale cosciente. Abbiamo il piacere di viaggiare insieme a lui fino a Buenos Aires dove si fermerà per due giorni prima di arrivare a Rosario invitato dalla nostra redazione come relatore  per il Congresso Antimafia.
Mi soffermo ad osservare le persone e rifletto che la conoscenza e la cultura sono essenziali per superare la soglia dell'ignoranza, dell'ottusità che rende l'uomo schiavo del potere di turno, prigioniero di se stesso, incapace di elevare il suo stato, di spingersi con il pensiero verso il miglioramento, perché questa è la natura della vita, l'evoluzione dell'uomo.
Guardo di fianco a me e vedo un uomo stigmatizzato, guardo di fronte e vedo un uomo laico ma considero che le idee che li accomuna sono le stesse, così come quelle che accomunano tutti gli uomini assettati di verità e giustizia che lottano per gli stessi ideali in una visione universale della vita.
Arriviamo a destinazione. A Buenos Aires alcuni carissimi fratelli ci vengono a prendere tra i quali
da Rosario che ci portano direttamente nella cittadina argentina in provincia di Santa Fe.
Come sempre è un grande piacere rincontrare tutti e sembra sempre che il tempo non sia trascorso, questo ci dà la prova di quanto ci sentiamo uniti.
Poter riabbracciare Giorgio è un balsamo per tutti, una rinnovata carica vitale.
In questi due giorni che precedono il congresso approfittiamo per riprendere fiato dopo il viaggio soprattutto Giorgio che arriva dall'Italia molto stanco. Oramai vederlo così, arrivare allo stremo delle sue forze sta diventando una costante, il tempo sembra sfuggirgli dalle mani e lui non si da pace, perché le cose da fare sono tante e il tempo è sempre poco. Il lato economico è quello che in questo momento è il più difficile da gestire perché viviamo alla giornata, purtroppo il denaro che tanto detestiamo è quello che in questa società ci permette di portare avanti la lotta su un livello più alto. A tante persone nel mondo è stato dato il talento del denaro, un talento materiale ma che può diventare spirituale se diviene un mezzo da mettere a disposizione per una causa giusta. Sarà però come il Cielo vuole e in base a quanto l'uomo sia disponibile a comprendere il vero significato e il profondo valore di sentirsi partecipe con i propri mezzi di una vera lotta sociale.
Giorgio approfitta quindi per riposarsi un pochino, poi il lavoro delle varie attività lo insegue e quindi lo vediamo al telefono o al computer immerso in riunioni o comunicazioni operative. Ci rechiamo quindi all'arca Lily Mariposa di Rosario per incontrare tutti i fratelli di questa bellissima città di Rosario. Come sempre  il luminoso e curato ambiente che troviamo è di grande armonia e di piacevole allegria con tanti giovani nuovi e questo è per Giorgio una vera carezza nell'anima, una gioia e un piacere per tutti noi. Tra abbracci e scambi personali che sfruttiamo fino all'ultimo arriva il momento della riunione. Dopo che la cara, frizzante, giovane Anita presenta uno per uno i componenti dell'arca, con la giovialità che la contraddistingue, Giorgio saluta i presenti e con la profondità e la delicatezza della sua voce, con quella vibrazione che conosciamo, inizia a parlare dell'importanza di questo gruppo: “Questa arca è un premio per il lavoro costante che ha svolto Juan Alberto e la sua famiglia, Ines e gli altri ... Non per casualità infatti ha un nome per me sacro, il nome di un essere nostro che ci guida, che ci ama che sento aleggiare qui intorno ... di fatto il vero fondatore di quest'arca è lei ... la protettrice ... l'angelo di Liliana ... lei sta lavorando costantemente per proteggerla con le sue ali, per questo per me ha un valore sacro. Non voglio minacciarvi ... ma questa arca per me è un termometro ... perché questa è l'arca di Lili e quindi non può fallire, distruggersi, perché significherebbe un castigo di Dio. Non è una casualità che il cielo mi abbia dato l'ordine di fare qui la riunione di tutte le arche del mondo ... Mantenetevi così, quindi, migliorate, siate un punto di riferimento a prescindere che la mia base in Latino America sia a Montevideo ... quindi vi raccomando l'entusiasmo, la disponibilità, la tolleranza, il discernimento, le iniziative a fare sempre di più, aprite le porte e non chiudetele a nessuno ma con discernimento ... sono importanti i giovani che avete qui dovete indirizzarli e seguirli ... essere onesti ... avere chiari i propri limiti e dirli ...” Tra le lacrime del nostro Juan Alberto seduto accanto a Giorgio e quelle nostre ascoltiamo assorti in quelle parole. Poi lo spazio passa alle domande che si susseguono fino al termine della serata quando ci ritroviamo in un locale non troppo distante, per cenare insieme.
Giunge quindi l'atteso giorno del Congresso, si respira la tensione dei fratelli che hanno lavorato sodo affinché tutto fosse organizzato con grande cura e che ovviamente si augurano il successo dell'incontro.

 


Il Congresso ha inizio con la presentazione di Juan Carlos Paolini, uno dei nostri carissimi fratelli  dell'arca di Rosario, conduttore della nostra trasmissione settimanale “Tierra viva” nella emittente radio FM AZ. Juan Carlos ringrazia i relatori presenti trasmettendo poi il messaggio di coloro che non hanno potuto presenziare. Il Rettore della facoltà di diritto della città di Rosario, dottor Ricardo Silberstein, dà inizio all'incontro ringraziando il Giudice e docente dottor Juan Alberto Rambaldo, l'avvocato e docente dottoressa Ines Lepori, il giornalista Giorgio Bongiovanni e tutti  i relatori per l'organizzazione di un Congresso di tale importanza dai profondi contenuti culturali, sociali e civili. “Per questa facoltà” dice il Rettore “ha una enorme importanza la lotta contro la mafia” soffermandosi sul fatto che il problema più profondo in realtà è il problema dei valori, dell'onestà, ricordando una frase di Martin Luter King che diceva: -Non dobbiamo avere paura dei violenti, o temere i corrotti-, “Solo così potremmo organizzare molti di questi congressi” conclude. Al Presidente del Congresso, il giudice Juan Alberto Rambaldo, quindi il compito di dare inizio alla presentazione dei relatori: “So di avere una responsabilità che trascende il ruolo giuridico che riveste la mia professione perché credo che siamo di fronte ad una questione vitale ... è stata trasmessa purtroppo nel tempo l'ideologia che l'efficienza è la cosa più importante, prima che l'etica e i valori....”. Idilio Mendez è il primo a parlare. Giornalista dello stato del Paraguay, Mendez traccia un quadro dettagliato e tragico della situazione attuale del paese reduce di una storia vissuta tra inganni ed intrighi criminali dei governi militari o paramilitari, succedutisi negli anni, e dei servizi segreti degli Stati Uniti con conseguenze drammatiche per la popolazione il cui grado di povertà è passato dal 20 per cento degli anni della dittatura di Stroessner al 40 per cento della supposta democrazia, che in realtà fu una vera e propria oligarchia feroce e spietata. La situazione attuale con al governo il presidente Fernando Lugo, eletto per vox populi, sarebbe in netto miglioramento se il potere che lo circonda non continuasse ad ostacolare il suo operato tentando in ogni modo di portarlo sotto una cattiva luce. Alla dettagliata relazione del giornalista Mendez la parola passa alla caporedattrice della rivista italiana “AntimafiaDuemila” Anna Petrozzi che espone la sua relazione: “Italia, una democrazia in pericolo”. Con la sua elegante e viva capacità di entrare nel cuore del pubblico, Anna ripercorre la storia della mafia italiana soffermandosi su alcune delle vicende più salienti, sulla necessità di far intendere alla gente che la mafia non è quella immagine impressa nella visione collettiva comune di uomini con coppola e lupara ma qualcosa di molto più pericoloso e devastante. Sottolinea la dottoressa Petrozzi la realtà nauseabonda di una mafia diretta da organizzazioni criminali troppo spesso vestiti di abiti istituzionali e di una informazione quasi completamente asservita al potere. “Anzichè pretendere giustizia” dice la caporedattrice “si è scatenata una guerra tra mediocri, gli italiani non leggono più e si sono culturalmente degradati, questa è la ragione per cui hanno eletto un presidente mafioso... ma non ci sono solamente cattive notizie ...”  Anna cita magistrati, giornalisti , gente comune, uomini come Salvatore Borsellino che lottano ogni giorno contro l'attuale stato delle cose ... “Una parte degli italiani” conclude “non si sente rappresentata da Silvio Berlusconi. Vi è una parte di italiani che si sentono orgogliosi di essere la patria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. Un forte applauso chiude la relazione della nostra caporedattrice, la prima parte si è conclusa. Una grande emozione mi esplode dentro unita a quella di Giorgio e di tutti i presenti.

 


Dopo la pausa pranzo il commercialista Fabian Spollansky, che a causa di un incidente non ha potuto presenziare al Congresso, interviene in contatto skype. Spollansky si sofferma a spiegare come la mafia opera all'interno del sistema finanziario argentino, che spesso crea società creando reti di corruzione attraverso funzionari  pubblici e uomini delle istituzioni. Si riferisce Spollansky ai maestri delle privatizzazioni marcando la differenza tra la delinquenza comune e il crimine organizzato.

La serata viene chiusa dal direttore della rivista “AntimafiaDuemila”, il giornalista Giorgio Bongiovanni che ringrazia il Rettore dell'università e il dottor Juan Alberto Rambaldo per l'organizzazione del prestigioso Congresso sui temi della lotta alla mafia ed educazione alla legalità. “Un tema profondamente importante” dice “soprattutto in questo tempo di grave e grande crisi internazionale dove la nostra società umana si trova in una delle più grandi crisi etiche della storia dell'umanità. E purtroppo non solamente etica ma che lede le necessità primarie dell'uomo conducendolo verso il pericolo per la sua stessa sopravvivenza”. Giorgio sottolinea la fondamentale importanza di trovare le cause del perché in questo momento la nostra società sta vivendo questa grave crisi. Ricorda le aspettative dopo la caduta del muro di Berlino, la speranza di un mondo migliore, e rivolgendosi al pubblico pone la domanda se in realtà dopo questo evento le cose siano realmente migliorate, riferendosi esplicitamente alla fame nel mondo, al cambio climatico, alle guerre. “... nel 1989” prosegue Giorgio “esisteva già la mafia in Sicilia, la mafia colombiana, la mafia giapponese e quella russa” e domanda “perché dopo la caduta del muro di Berlino le stesse hanno aumentato il loro potere economico e militare? ...”.  Il Direttore si sofferma poi a descrivere la mafia italiana che si divide in varie organizzazioni, Cosa nostra siciliana, la 'ndrangheta Calabrese, la sacra corona unita pugliese, che vantano un patrimonio liquido di circa 958 milioni di euro. “In mezzo a questa crisi finanziaria” continua Bongiovanni sono le uniche che hanno l'opportunità di avere la liquidità che le banche non hanno, che gli stati non hanno, ma anziché lottare per annientarle, le istituzioni si servono di queste. In tale situazione di estremo egoismo e carenza di solidarietà sconfiggere le mafie è praticamente impossibile visto che queste sono infiltrate nelle istituzioni in molti paesi del mondo perché sono in possesso del potere economico che accumulano attraverso il narcotraffico, il traffico di armi, gli appalti pubblici. L'unico modo per poter cambiare le cose anche se in un modo lento ma inesorabile è diffondere una vera informazione alla massa, una informazione lucida, corretta, denunciare come stanno le cose, questo toglie alle mafie il controllo sulla gente che gli è indispensabile. L'informazione è la chiave più importante, è una chiave affinché tutti noi possiamo risvegliarci e il fatto che in questo congresso molti dei relatori siano giornalisti è molto positivo. La mafia è una organizzazione che fa parte del potere economico militare e religioso ...”. Giorgio parla dell'assassinio di Falcone e Borsellino, del Generale Dalla Chiesa colpevoli di aver ostacolato i poteri forti, non solo quello delle organizzazioni criminali ... “Il potere politico democratico deve lavorare per il bene comune della società” prosegue “invece questo concetto non esiste nella mente dei potenti e per questo la mafia esisterà sempre. La chiave sta dentro di noi ed è quella di realizzare i valori dell'altruismo e della solidarietà che abbiamo perduto, insieme a quello della informazione. Abbiamo sottovalutato le mafie nel mondo che sono riuscite perfino a condizionare la democrazia italiana ...”. Il direttore di AntimafiaDuemila prosegue poi parlando della gravissima complicità del vaticano che, secondo le rivelazioni di numerosi mafiosi pentiti, è stato un punto di riferimento per Cosa Nostra, la mafia siciliana, soprattutto nel lavaggio del denaro sporco. “Dobbiamo creare un movimento massivo antimafioso a livello mondiale” conclude il direttore di Antimafia Duemila, “diffondendo una informazione corretta, entrando nel cuore della gente e spiegando loro come stanno le cose. Creare una resistenza, grandi movimenti, vale la pena, anche solo per sentirsi vivi”.
L'applauso del pubblico chiude l'incisiva ed esaustiva relazione di Giorgio Bongiovanni. Il dottor Rambaldo prende quindi la parola per avvallare il messaggio appena trasmesso da un uomo che oltre ad essere direttore di un importante rivista sul tema, è anche un uomo di fede, uno stigmatizzato. “Volevo soffermarmi” dice il Giudice, “sulla importanza di cogliere il valore delle ideologie che ci hanno trasmesso i rivoluzionari francesi: libertè, egualitè, fraternitè. E su quella famosa disputa tra Rosseau e Voltaire, io continuo a pensare che la cosa più importante sia l'uguaglianza, e continuo a sostenere che non può esistere libertà senza uguaglianza. Non ci potrà essere una possibilità di distruzione della mafia se ognuno di noi non si trasformerà in un lottatore sociale”.
Un altro applauso viene strappato al pubblico per le giuste parole di un giudice.

 


Al termine di ciascuna relazione viene data al pubblico la possibilità di porre le proprie domande. A Giorgio Bongiovanni e Juan Alberto Rambaldo l'onere di rispondere a vari quesiti che vanno dalla mafia ebrea alla massoneria, alle ingiustizie sofferte dal popolo argentino e in generale da tutti i popoli latini da sempre sottomessi al potere dell'economia mondiale.
Poi un altro  emozionante momento ci colpisce nel profondo. Giorgio chiama sul palco il giornalista Pablo Medina impegnato da anni in una costante lotta per la rivendicazione di una giustizia che chiede verità su un tragico evento che il 5 gennaio del 2001 colpì suo fratello Salvador Medina,  anche lui giornalista e presidente della “Radio Comunitaria ñemity”, portavoce di una vera e propria campagna contro il sistema di corruzione del suo Paese, ucciso per mano mafiosa in un agguato. Anni più tardi verrà ucciso un altro dei suoi fratelli.
Un grande e caloroso applauso abbraccia Pablo Medina e con lui il dolore di tutti coloro che hanno perduto i propri cari, martiri di una giustizia purtroppo ancora lontana.

Termina così il primo giorno del Congresso. La gente presente in sala non è tanta in verità e questo ci mette un po' di tristezza perché appena quattro passi al di fuori della sala congressi, l'università è piena di ragazzi. Commentiamo con Anna il medesimo pensiero sulla forza che potrebbero e dovrebbero dare i giovani a quella rivoluzione culturale e di coscienza che sta nascendo, e che già si sta combattendo in piccole sale come questa e che vorremmo si estendesse a macchia d'olio. Ma sappiamo, come diverse volte Giorgio stesso ci ha ricordato, che i grandi movimenti rivoluzionari sono nati così, nella semplicità, nella lotta di poche persone con una grande volontà di cambiamento.
L'impegno per la impeccabile organizzazione pratica e logistica dell'evento messo in piedi dal nostro carissimo Juan Alberto e la sua famiglia, dalla preziosa Ines Lepori, dalla amata Carmen e da  tutti i componenti straordinari dell'arca di Rosario viene premiata il giorno seguente. Già dalla mattina la sala accoglie un numero maggiore di persone per riempirsi poi quasi completamente nel pomeriggio.

Il secondo giorno di Congresso viene aperto dal dottor Juan Alberto Rambaldo che legge la relazione della dottoressa Beba Carmen Balvè, Direttore del CICSO, Centro de Investigación en Ciencias Sociales. Purtroppo anche lei per un incidente non ha potuto presenziare all'incontro. Una relazione che tocca i temi dell'Imperialismo, degli alimenti, delle cosche, che espone una magistrale investigazione e analisi sociologica e storica della situazione argentina.


Georges Almendras, giornalista di Canal 4
Uruguay, inizia il suo intervento immediatamente dopo, definendo le mafie e il loro operato in un contesto mondiale e sottolineando la situazione nel suo paese. La relazione di Almendras anticipa la presentazione di uno straordinario video-documentario di cui lui stesso ne è il regista, con il montaggio realizzato da Erika Pais, preparato per l'occasione. Un video-documentario realizzato  successivamente ad un viaggio in terra siciliana dal titolo “Resistenza!”. Un documentario impattante sin dalle prime immagini che mostra la mafia italiana e specificatamente siciliana, Cosa Nostra, in tutta la sua crudezza, incentrando il tema sulla morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, emblemi di quella resistenza che contrasta questo fenomeno e che lotta per quei valori universali che lentamente ed inesorabilmente stanno scomparendo dalla società civile. Georges Almendras incentra il problema sulla condizione umana che travolge troppo spesso l'uomo in drammi e crimini assurdi.  Un video documento che vuole essere un cavallo di battaglia per una nuova coscienza giovanile affinché possa essere conosciuta una realtà apparentemente lontana ma in realtà vicinissima. “Alla mafia non importa la religione, la cultura né la ideologia” dice Almendras. Per loro la decisione di uccidere una persona o di corromperla è come voltare una pagina ... la missione fondamentale di tutti i giornalisti è denunciare, informare ...”. Georges parla degli autori ideologici dei crimini che vengono commessi nell'umanità che sono molto più criminali di coloro che commettono i delitti stessi. Un altro grande applauso viene quindi riservato per questo toccante intervento.

Dopo la pausa, un altro momento atteso, quello della relazione dell'avvocato dottor Ricardo Monners Sans, che affronta il difficile e sconcertante tema della povertà, dell'esclusione sociale e della corruzione nel suo paese, l'Argentina. Un allarmante situazione ereditata dalla successione di governi corrotti. “Per ciò che ho vissuto al tempo del menenismo combattente” dice Monner Sans, “posso dire che vedevo un desiderio di lottare molto più forte di quello che vedo oggi, la gioventù si avvicinava numerosa ad incontri come questo. Mi sembra che il sistema stia creando una forma di autismo, di abbrutimento che crea povertà, vedo la prepotenza del potere ...” e continua “è tempo di fare, tutti abbiamo qualcosa da fare in un luogo ... ci sono molti modi per fare ma non dobbiamo cadere nel fatalismo perché le generazioni future non ce lo perdonerebbero... per me la speranza continua a vivere, non mi importa che mi buttano a terra molte volte, ciò che è importante e ritornare ad alzarsi”.
Un fortissimo applauso chiude la viva relazione dell'avvocato. Il clima in sala è caldo.
Un onda di forte desiderio di cambiamento si infrange tra i presenti. La consapevolezza che volere significa potere.

 


Terminato l'intervento del dottor Monner Sans la parola passa ad un altra attesissima relazione, quella del giornalista europarlamentare italiano, Giulietto Chiesa,  tradotto dal giornalista stigmatizzato Giorgio Bongiovanni. Un intervento che desidero riportarvi quasi per intero per la sua importanza.
“Avevo scritto una relazione che butto via completamente” inizia Giulietto Chiesa, un uomo dai tratti somatici orientali ma perfettamente italiano, con una determinazione e una sicurezza nella sua esposizione che colpisce, impatta, spaventa per la gravità delle sue affermazioni, e prosegue: “perché voglio collegarmi con le ultime battute  della discussione di ieri sera, che riassumo così: le mafie come parte del potere. Voglio accentuare un po' di più questo concetto, direi così, la criminalità è ormai arrivata al potere, in alcuni dei poteri dei centri di comando nel mondo, faccio qualche esempio: noi abbiamo avuto alla presidenza degli Stati Uniti d'America, dico noi perché siamo tutti sudditi dell'impero, un signore che non è mai stato eletto dal popolo americano, le elezioni dell'anno duemila sono state una falsificazione clamorosa, cioè l'imperatore non è stato eletto da nessuno quindi noi abbiamo avuto alla testa dell'impero l'autore di un colpo di stato mondiale. Quello che è successo dopo è la conseguenza di questo. Ma vi voglio fare un altro esempio che sicuramente non conoscete e che conferma quello che ho detto all'inizio e cioè che la criminalità è al potere in alcuni centri di potere di comando nel mondo. Vi do qualche numero riguardo alla privatizzazione della Russia avvenuta subito dopo il crollo dell'unione sovietica, questa cifra nessuno di voi la conosce, né può conoscerla, perché l'unico ad averla pubblicata sono stato io e adesso voi capirete perché.
1)Vorrei che faceste un momentino mente locale su cosa è oggi la Russia e che cosa era la Russia nel 1991. La privatizzazione della Russia è stata fatta secondo un calcolo del suo valore di dieci miliardi di dollari, quattro anni dopo questa privatizzazione il valore della Russia è stato calcolato per cento mila volte di più. Chi ha fatto questa privatizzazione? Ve la racconto un poco affinché possiate capire bene. Tutto il valore della Russia è stato calcolato per dieci miliardi di dollari, i Russi erano circa 140 milioni di persone, hanno diviso dieci miliardi per 140 milioni e hanno distribuito a tutti i cittadini russi la quota a parte. Subito dopo hanno svalutato il rublo e per farla breve il risultato è che tutti questi soldi che rappresentavano il valore della Russia sono finiti nelle mani di cinquanta persone sostanzialmente, cioè  a dire queste 50 o cento persone che siano, si sono impadronite di cifre che facciamo perfino fatica a immaginare e dei più grandi giacimenti di petrolio del mondo, di gas, di carbone, di diamanti, di platino, d'oro, tutta la tabella  chimica di Mendeleev. Chi ha fatto questo? L'università di Harward. Il governo del primo presidente democratico della russia, Eltsin, riceveva via fax i progetti di legge scritti ad Harward. Ma tutta questa ricchezza dove è passata, dove è finita? E' passata attraverso le più importanti banche americane, cioè tutta questa operazione che vi ho raccontando fino adesso  per spiegarvi ciò che è accaduto, è stata organizzata dentro il potere imperiale e quindi come li vogliamo chiamare questi oligarchi che fino ad una settimana prima erano persone normali e nel giro di pochi mesi sono diventati pluri pluri pluri pluri miliardari? Quanti di voi sanno per esempio, nessuno di sicuro, che tra il 1991 e il 1993 all'aeroporto di Mosca arrivavano mediamente due o tre aerei boeing 747 stracolmi di biglietti di banca nuovi di zecca in pezzi da cento dollari l'uno? Io lavoravo lì, facevo il giornalista, quando andavo a cambiare i dollari in rubli e i rubli in dollari, i dollari mi arrivavano sempre in biglietti di banca da cento perfettamente nuovi. L'impero russo è stato colonizzato e dollarizzato nello spazio di due o tre anni.
Questi oligarchi sono quindi un gruppo criminale che ha derubato cento quaranta milioni di persone con l'aiuto della  Bank of America, della Federal Reserve e di tutte le banche europee, svizzere, italiane, tedesche, nessuno escluso. Vi faccio l'ultimo esempio perché ciò che vi ho raccontato è inimmaginabile, impensabile ma è la nostra vita di questi ultimi venti anni. E ora vi voglio raccontare l'ultimo esempio che è la nostra vita di adesso. Nel corso degli anni che vanno da 2001 al 2009 il tesoro americano e le banche più grandi di investimento degli Stati Uniti d'America hanno creato artificialmente moneta inesistente per la somma non piccola di un trilione di dollari. Queste sono le cifre molto attendibili che sono ricavabili dalle fonti ufficiali, ma probabilmente sono molto di più. Noi siamo entrati nella più grave crisi finanziaria della storia per decisione, per esempio, di un signore, ovviamente non è l'unico ma è una banda, voglio dire proprio una banda criminale, Alan Gree Span che era il capo della Federal Reserve degli Stati Uniti d'America, il quale dopo aver combinato questo disastro, intervistato dal New York Times ha detto: ho sbagliato tutto, non avevo capito chi erano gli uomini, non avevo capito cosa era il mercato! Ora, io ci posso anche credere, non so se voi ci credete, ma se è vero che non ha capito niente allora dobbiamo essere molto preoccupati! Siccome voi siete una platea di intellettuali di alto livello e non è una battuta di spirito, vi domando: che cosa pensate che sappiano i 30, 40 milioni di argentini, i 60 milioni di italiani, i 300 milioni di americani? Non sanno niente, nessuno sa niente e quindi tutto ciò di cui io e voi abbiamo parlato in questi giorni ha una sola e unica spiegazione, nulla di tutto ciò che è accaduto poteva accadere se il sistema dell'informazione, il sistema mediatico, il main stream non fosse stato controllato da un gruppo ristretto di persone che volevano nascondere la verità. Noi siamo in una situazione dove il 99,9 per cento della popolazione non sa nulla di ciò che sta accadendo in questo mondo attuale, questa è una cattiva notizia alla quale va aggiunto che la sinistra in Italia e nel mondo, tutte le sinistre socialiste e comuniste, tutti i sindacati, tutti coloro che avrebbero dovuto difendere gli interessi dei lavoratori non hanno capito niente e non hanno fatto niente per impedire che la comunicazione globale venisse controllata da un gruppo ristretto di criminali. Possiamo discutere a lungo sul perché questo è accaduto, io ho la mia spiegazione ma non voglio tediarvi, voglio solo fare una considerazione: c'è anche una buona notizia ma che diventa buona solamente ad una condizione cioè se noi iniziamo a pensare in un modo del tutto diverso dalla politica, ve la dico tra un minuto, ma faccio un passo indietro. Questa mattina è stata letta una relazione che ha iniziato con una affermazione di Marx che diceva più o meno così: una formazione sociale cessa di esistere solamente quando un altra formazione sociale più avanzata comincia ad apparire, sfortunatamente questa affermazione di Marx va rovesciata, la formazione sociale precedente che è già stata demolita, possiamo chiamarla la democrazia liberale e quindi del mercato che non esiste più, è stata demolita non da una organizzazione sociale più sviluppata ma da una organizzazione più arretrata, cioè stiamo tornando indietro. Allora qual'è la buona notizia? Questo è un punto delicato, la buona notizia è che coloro che sono là in cima e che adesso vi ho descritto hanno perduto il controllo, questo è un punto che vi prego di tenere presente, non c'è un centro di comando in questo momento, non esiste nessuno che abbia una ricetta per questa situazione sono nel panico più completo, il neoliberismo è collassato, l'impero è già finito anche se non si vede ancora bene ma basta riflettere un minuto per capire che è finito sul serio. Gli Stati Uniti d'America non sono più in grado di decidere la politica della Cina, questa buona notizia diventa buona solo se da qualche parte, non so dove, si comincia a mettere insieme le forze intellettuali per creare un nuovo punto di riferimento teorico. Con le vecchie ideologie incluse quelle del marxismo noi non sapremo fronteggiare questa situazione, torno a questo tra poco.
Noi abbiamo bisogno di una nuova narrazione del mondo, quella che abbiamo nella nostra testa e quella che hanno i nostri figli è la narrazione di un gruppo di criminali, senza questa nuova narrazione che va costruita, non sarà possibile costruire un movimento mondiale, come dicevamo ieri sera, per la sopravvivenza dell'uomo, sto parlando proprio della sopravvivenza dell'uomo, allora io non ce l'ho questa nuova narrazione del mondo, non può essere frutto di una sola persona e neanche di un solo paese, anzi io credo che possa essere il frutto della coopartecipazione di tutte le culture del mondo, rompendo lo schema occidentale eurocentristico. Ma qualche mattone di questa costruzione ce l'ho in testa e ve lo propongo in alcuni punti:
- Siamo in un tornante senza precedenti nella storia dell'umanità;
- E' giunta l'era dei limiti, tutti i nodi stanno arrivando al pettine e non c'è risposta che non sia catastrofica all'interno di questo sistema economico sociale, se vi va di chiamarlo capitalismo chiamatelo capitalismo, io personalmente ritengo che questo non sia più il capitalismo di cinquant'anni fa ma è un altra cosa completamente diversa, molto più pericoloso.
- Le crisi sono tante e sono tutte convergenti tra di loro. Abbiamo simultaneamente una crisi climatica, una crisi energetica, una crisi dell'alimentazione, una crisi dell'acqua, una crisi dei rifiuti, sono soltanto alcune e sono tutte convergenti e connesse tra di loro, tutte queste crisi si possono riassumere in una sola, semplice, piccola frase che è questa: non è possibile uno sviluppo indefinito in un sistema finito di risorse. Noi viviamo su un pianeta che è un sistema finito, noi abbiamo vissuto gli ultimi duecento anni nell'illusione che sia possibile crescere indefinitamente dentro questo sistema finito. E' un problema fisico non è un problema politico. La quantità fisica di energia fossile che noi abbiamo sprecato in un secolo e mezzo non è più riproducibile, la formazione del petrolio, del gas, del carbone è avvenuta in settanta milioni di anni, quando avremmo raggiunto il picco del petrolio, poi del gas, poi del carbone non ci sarà altro petrolio, altro gas, altro carbone! Di fronte all'uomo con la U maiuscola c'è una sola possibilità e questa possibilità avverrà nel corso di questo secolo ed è il passaggio all'energia solare, altre alternative non ci sono. Ma questo richiede un cambio radicale della nostra mentalità e anche della nostra politica perché vedete, paradossalmente anche nel marxismo vi è la stessa follia identica del capitalismo, nel marxismo non c'è il senso del limite, non c'è la visione della società che ad un certo punto deve cambiare la sua natura e questo spiega perché tutte le sinistre non hanno capito niente di ciò che stava avvenendo.
Concludo. Dove siamo? Siamo in una situazione di altissimo pericolo perché arriviamo a questa crisi quando i tempi sono molto corti, abbiamo a disposizione 20/25 anni massimo. Perché voi capiate quanto è poco questo tempo basti pensare che per costruire la società dell'automobile nella quale tutti abbiamo vissuto e ancora ci viviamo ci sono voluti 100 anni. Noi siamo di fronte ad un problema concreto di cambiare l'intera struttura industriale produttiva e agricola dell'intero pianeta in 25 anni e lo dobbiamo fare altrimenti la temperatura del pianeta aumenterà di tre/quattro/cinque gradi. Siamo quindi in una situazione molto grave perché arriviamo a questa crisi con la grande opinione pubblica mondiale che non sa nulla, dove anche i migliori, anche i più intelligenti, anche i più onesti dovranno prendere delle decisioni drammatiche, ma se milioni di persone non sanno niente queste decisioni saranno impossibili! Immaginate il presidente degli Stati Uniti Barack Obama che dice agli americani una verità cruda e inesorabile e cioè “In questa e nella prossima generazione voi dovrete rinunciare ad una parte rilevante del vostro tenore di vita”. Vi rendete conto che stanno arrivando nel mercato del consumismo altri tre miliardi di persone? Un miliardo e trecento milioni di cinesi iniziano a mangiare la carne come noi, un miliardo di indiani cominciano a comprare l'automobile come noi, gli scienziati del club di Roma hanno fatto i conti:  in questa situazione ci vorrebbe non un pianeta ma quattro pianeti come il nostro! Allora è chiaro che in questa situazione il pericolo diventa molto alto perché i più forti cercheranno di prendere tutto perché pensano così di sopravvivere e questo significa, lo dicevi tu (Giorgio) ieri, che se noi pensiamo alla guerra che abbiamo di fronte dobbiamo pensare in termini di guerre di sterminio dove moriranno centinaia di milioni di persone, e dobbiamo anche pensare che in una situazione dove non abbiamo più il controllo, ed insisto loro hanno perduto il controllo, il rischio più grave che dovremmo pagare sarà che dovranno pagare prima i più poveri di tutti i continenti del mondo anche senza guerra anche prima della guerra. Il fattore tempo è quindi un fattore decisivo, noi dobbiamo porci un compito politico e sottolineo questa frase, dobbiamo raggiungere milioni di persone e dire loro la verità perché possano difendersi! Un programma di difesa si può costruire solo se milioni di persone sapranno le cose che io vi ho detto questa sera e cominceranno a difendersi, a difendere il territorio, a difendere la cultura, a difendere l'educazione dei loro figli, a cambiare l'uso della propria vita, del proprio tempo, del proprio tempo libero, tutto questo deve essere fatto come termine politico. Iniziare una battaglia per la democratizzazione della comunicazione cioè battersi perché le televisioni diventino pubbliche e questa non può essere una parola d'ordine da mettersi in fondo a qualsiasi documento ma deve stare in cima al documento. Il punto numero uno è chi parla a milioni di persone ... perché chi non parla a milioni di persone non esiste. Noi possiamo essere qui in cento a dire tutto ciò che vogliamo e sapere e dirci tutte le verità del mondo ma se rimangono chiuse qua dentro non servirà a niente. E' un impresa difficile, molto difficile, ma io ritengo, e questa è un altra buona notizia, anche se relativa, e cioè che quello che oggi non è visibile diventerà presto visibile. Molte delle cose che non ci hanno raccontato stanno già venendo fuori, per ora milioni e milioni di persone provano solo una grande inquietudine, non sanno il perché ma capiscono che qualcosa di nuovo e molto grave sta accadendo e quindi coloro che avranno la forza e il coraggio di dire loro la verità si guadagneranno i crediti per il futuro. Ancora un'ultima cosa: questo non è un programma di sinistra, non è più un programma di sinistra, questa è l'unica possibilità che riguarda tutti, io l'ho proposta in decine di dibattiti in Italia, in Europa, in Russia e nel mondo, e avevo di fronte a me spesso non gente di sinistra, avevo gente normale, lavoratori intellettuali, gente di buon livello, perché solo la gente di buon livello va ai dibattiti, gli altri stanno davanti alla televisione. Ho capito che questo è un discorso che può essere capito da tutti i padri, da tutte le madri ... si capisce che c'è un problema comune umano, si capisce che noi abbiamo bisogno di un alternativa umana alla distruzione e non dobbiamo avere paura di dire queste cose di fronte a pubblici diversi, sarebbe sbagliato se noi pensassimo di poter parlare solo a una parte della società, questo destino è un destino comune e l'alternativa anche è comune. Se ci salviamo ci salviamo tutti e anche coloro che pensano di salvarsi da soli o in pochi sono di fronte ad un inferno insostenibile e quindi questa è una proposta politica per tutti. Grazie.

 


Giulietto Chiesa termina così la sua relazione ma questa non può essere definita una relazione
questo è un vero e proprio messaggio rivoltò all'umanità. Un lungo applauso chiude il discorso di Giulietto Chiesa, un uomo che si dichiara ateo ma che dimostra di essere più credente dei credenti. Lo dimostra con le opere e con la coscienza dei veri valori universali.
Il Congresso volge verso il termine, è il momento della tavola rotonda. I relatori rispondono alle domande del pubblico che si susseguono una dietro l'altra. Anche il dottor Monner Sans con una piacevole simpatia rivolge una domanda a Giulietto Chiesa sulla sua posizione rispetto a Green Peace e a tutte le associazioni ambientaliste, annunciandogli che lo avrebbe disturbato parecchio nei prossimi giorni per porgli tanti altri quesiti. La ilarità del Sans e la simpatia di Giulietto hanno in diverse occasioni suscitato le risate del pubblico nonostante gli argomenti drammatici trattati. La profondità spirituale di Giorgio e la serietà degli altri relatori hanno contribuito a creare una alta vibrazione di piena intesa tra pubblico e relatori.
“Voglio dirvi qualcosa di filosofico” continua Giulietto rispondendo alla domanda di Monner Sans “che si riferisce alla natura dell'uomo. Tutto ciò che noi maneggiamo e che è la produzione materiale dell'uomo ha a che fare con la natura, le bottiglie, l'acqua, il tavolo, anche la nostra tecnologia, ma l'uomo ha inventato qualcosa che non è in natura, questa cosa è il denaro. Bisogna che ci riflettiamo perché da qui nasce il problema, cioè l'uomo è un anomalia, l'uomo ha creato una potente forma di modificazione della natura. Vedete la natura è finita e su questo non ci possono essere dubbi, si possono fare i conti ma noi abbiamo creato denaro che per sua definizione è infinito e con questo denaro che è virtuale puoi modificare tutto l'ambiente naturale, tanti più soldi hai tante più trasformazioni puoi fare, cioè noi abbiamo introdotto nell'ecosistema del pianeta che è finito un elemento che è infinito e incontrollabile ... ora abbiamo raggiunto un grado parossistico di aumento della massa monetaria anormale, allora l'uomo sta diventando con questo sistema economico e sociale il distruttore della natura nella quale vive cioè il fautore dell'autodistruzione. Questo è il livello in cui si può discutere sulla difesa dell'ambiente e quindi il discorso verde, ambientalista deve riprendere ma ad un più alto livello concettuale ... un movimento politico” continua Chiesa “che sia un grande movimento rivoluzionario. Questa è la vera rivoluzione che mette in atto contemporaneamente il discorso dell'energia e il discorso della partecipazione popolare. Per esempio sulla difesa del territorio che significa non solo produrre energia ma significa piantare alberi e combattere contro chi li taglia ... questo diventa il nuovo terreno della lotta politica, questo è il salto che dobbiamo fare”.
Parole di grande saggezza alle quali più volte Giorgio Bongiovanni esprime la sua totale approvazione. Parole che ci mettono di fronte alla drammaticità della situazione.

Ma giunge anche l'ora della chiusura dei lavori. È lo spazio dei ringraziamenti.
Il Giudice Juan Alberto Rambaldo chiude l'incontro con i saluti e la consegna dei diplomi di partecipazione al Congresso a tutti i relatori a nome della Università di diritto della città di Rosario.

Felici per l'andamento del Congresso e per il grande lavoro svolto da tutti veramente con grande cura ci rechiamo in un caratteristico locale per la cena, dove abbiamo modo  di stare insieme ai tanti fratelli e di affrontare interessanti argomenti con Giulietto Chiesa. Argomenti che vanno dal concetto religioso a quello matematico ma che terminano entrambi nella coscienza dell'esistenza di una intelligenza universale che governa la Creazione nelle varie dimensioni. Il cuore del discorso è racchiuso nel concetto che solamente i “bigotti” si chiudono alle innumerevoli realtà umane. Evoluzione significa infatti apertura, studio, conoscenza. Le basi fondamentali però dalle quali si può partire per conoscere, capire e realizzare i misteri della vita sono il rispetto verso l'altro e la condivisione totale dei supremi ideali di Verità, di Giustizia di Pace e di Amore ... quindi  salvaguardia del pianeta, uguaglianza sociale ... solamente a partire da queste basi ci si può unire per portare avanti una seria comune lotta sociale.

La permanenza a Rosario è terminata. Dopo aver salutato i carissimi amici, fratelli e collaboratori ci rechiamo a casa di Juan Alberto dove abbiamo modo di trascorrere, anche insieme ad Anna e Georges Almendras, una giornata nel grande campo dove vive con la sua amata famiglia. Una casa pulita, profumata e curata da un essere molto speciale che lo accompagna in questa parte della sua vita. La dolce Alejandra che con la sua tenerezza accarezza il suo passo stanco custodendo i suoi cari figli e i suoi nipoti con la mano dell'amata Liliana sempre su di lei.
Ma un nuovo prodigio della sanguinazione ci attende ... un profumo intenso di rosa si espande nella stanza ... e ancora ci avviciniamo devoti a quel corpo disceso dalla croce ... a quella Cristica Luce che ci avvolge, beatificando una volta ancora i nostri spiriti ... un piccolo agnellino era nato poco prima, proprio mentre il nostro amato Giorgio sanguinava, avevamo visto la sua mamma ripulirlo dalla placenta con tutta la sua tenerezza ... un  segno dal profondo valore mistico ...  anche la cavalla da appena poche ore aveva partorito un puledrino, anche lui lo vediamo accanto alla mamma cercando di reggersi sulle sue instabili gambette tra il piccolo pony che li guarda curioso e le pecorelle che gli girano intorno. Ci sentiamo fuori dal mondo ... Nell'armonia del silenzio guardo commossa il nostro caro Juan Alberto che con le spalle ricurve accarezza dolcemente e devotamente i piedi di Giorgio con la profondità spirituale e l'emozione che fanno trasparire il profondo legame spirituale che lo lega a quell'essere disteso nel suo letto come un Cristo ... a quelle ferite sacre ... e le tenere mani di Alejandra che in ginocchio sostiene quella mano ferita come un Calice. Il tempo si ferma ... l'unico suono il canto degli uccelli e il vento che muove le alte fronde degli alberi.

Arriva il giorno seguente ed è il momento di partire anche da qui. Giungiamo, dopo circa tre ore di viaggio, a Buenos Aires dove ci attendono i carissimi fratelli dell'arca. Tra poco Giorgio terrà la sua conferenza. Giusto il tempo di isolarsi un pochino e una nuova sanguinazione è testimone di un rinnovato sacrificio d'amore. La sala che ospita la conferenza all'hotel Bauen è colma di gente. Lucine accese come stelle nel soffitto e quadri con bellissimi mandala appesi agli specchi che fanno da pareti creano una particolare vibrazione. Giorgio lentamente entra nella sala tra l'applauso del pubblico che lo aspetta ansioso. Lo scorso viaggio infatti a causa dell'influenza porcina la conferenza era stata annullata. Oggi la gente aspetta di sentirlo parlare.
L'incontro ha quindi inizio, Juan Alberto Rambaldo presenta la Fundación Los niños del mañana. Dopo il breve filmato di presentazione, il presidente dell'associazione, Raul Bagatello, espone un quadro generale della situazione delle otto mense situate sulla cordigliera delle Ande con la presenza di circa 1500 bambini. Il missionario punta il dito sulla mancanza d'amore della gente e sui governi corrotti che permettono la morte di milioni di bambini per fame in tutto il mondo. “Il nostro agire” dice Raul “dimostra quanto si può fare non avendo niente e per questo vi dico che se solo si volesse questa situazione potrebbe essere sanata”. La parola passa a Giorgio che
ringrazia i fratelli di Buenos Aires, di la Plata, e tutti coloro che con tanta cura hanno organizzato questa nuova conferenza spirituale, rivolgendo un omaggio poi alle sue redazioni antimafia dell'Italia, dell'Uruguay e dell'Argentina per la partecipazione al Congresso Internazionale appena concluso. Anna Petrozzi e Georges Almendras vengono quindi chiamati sul palco, per dare testimonianza del proprio lavoro  su questo delicato campo. Almendras esorta a denunciare sempre ogni forma di corruzione a tutti i livelli e a creare coscienza, Anna dopo aver ringraziato  gli organizzatori del congresso, Juan Alberto e Ines, ribadisce al pubblico del Bauen che c'è una resistenza che si oppone al sistema criminale non soltanto in Italia ma in tutto il mondo. Giorgio  sottolinea che Anna è la caporedattrice della rivista AntimafiaDuemila che vanta fino ad ora, per quanto riguarda la rivista on line, la visita di ben 30 mila lettori, da aggiungere a questi coloro che acquistano il cartaceo. “Un risultato straordinario” dice Giorgio “grazie a lei e ai ragazzi che lavorano insieme a lei”. Anche Juan Alberto ci informa quindi che la rivista Antimafia Argentina nata da appena un anno ha raggiunto le 500 visite al giorno. “Un complesso, le mafie, molto più grande e più profondo di quello che ci mostrano i film e che hanno a che vedere con il controllo economico mondiale, con i capitali finanziari, con il controllo culturale dei popoli, con la distruzione della natura, con la distruzione della salute ...”. Il pubblico ringrazia il lavoro di tutti loro con un  forte applauso. Giorgio saluta poi tutti coloro che sono collegati in internet dall'Italia e da diverse parti del mondo. Poi silenzio. Si alza in piedi ... con grande delicatezza e profonda devozione sfila i bianchi guanti dalle sue mani ... “Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ...”, il Padre nostro viene recitato da tutto il pubblico davanti ai segni di Cristo visibili sulle sue mani che con delicatezza poggia incrociando le braccia sul suo petto per poi giungerle con la purezza di un bambino. Poi le parole di Giorgio come una musica si espandono nella sala che pare perdere la sua consistenza materiale per portarci su un livello di coscienza viva e vera.
Questo è un tempo importante e fondamentale per le nostre esistenze, si sta preparando una grande festa, una festa di nozze. Gli amici dello sposo, i collaboratori, i servi, gli impiegati del padre dello sposo stanno organizzando e preparando questa festa e stanno cercando gli invitati. Il Padre dello sposo che è il re è molto geloso di queste nozze, si sposerà suo figlio, l'unico che ha, e quindi cerca i più degni invitati, i migliori. Questo è il mondo dove verranno celebrate le nozze, ma pochi invitati saranno degni di parteciparvi, non perché il Padre dello sposo discrimini le persone ma perché gli invitati non vogliono parteciparvi, hanno altro da fare ... chi dice che non ha tempo, chi ha da fare altro, a chi non interessa e altri che commettono fatti nefasti neanche ascoltano l'invito. Al padre dello sposo piacerebbe che tutti potessero partecipare a questa festa d'amore in cui si celebra il matrimonio tra suo figlio e la terra, dà ordine quindi di inviare le partecipazioni a tutti. Gli angeli del cielo, che sono gli impiegati dello sposo, mandano quindi a tutti l'invito. Ma le partecipazioni non sono  lussuose, ostentate, sfarzose, non dimostrano arroganza, potenza, non sono ricche di oro, non contengono denaro, o abiti firmati o profumi prestigiosi, queste partecipazioni sono semplici, umili, a volte drammatiche, a volte piene di allegria ma soprattutto nonostante la loro semplicità dimostrano di andare al di là della nostra scienza, della nostra comprensione umana sfidando l'evoluzione dell'uomo terrestre per dimostrare che non sono di questo mondo”.
Poi con un caldo sorriso che abbraccia l'intero pubblico continua: “Delle nozze vi parlerò dopo, ora vi mostrerò le partecipazioni”. E alzandosi in piedi si dirige verso la regia dove ci sono i nostri ragazzi, tecnici della conferenza, per dirigere la sequenza delle immagini che scorrono una dietro l'altra commentate con la sua spiegazione ... immagini dei segni ...  degli inviti ...  i cerchi nel grano .... astronavi nei cieli ... immagini sacre ... la musica, i filmati, le spiegazioni di Giorgio entrano nei cuori delle anime iniettandole di nuova coscienza, una coscienza che risveglia l'animo e lo spirito sedati dalla materia di questo mondo. Poi dopo un applauso al caro Daniel di Rosario per la sua sintonia con Giorgio nella trasmissione delle immagini, un altro è rivolto ai cari Rafael e Santiago che curano due importanti siti sulle apparizioni mariane e sul messaggio che la Madre Celeste trasmette ai Suoi figli nel mondo. Poi la vibrazione si eleva ancora più in alto. “... la madre dello sposo che è la Madre Santissima si preoccupa anche Lei di mandare questi segni che vogliono preparare l'umanità all'impatto spirituale che avrà l'uomo quando arriverà Suo figlio”. Un forte applauso accompagna la bellissima immagine di Gesù sul lago di Tiberiade “Questo è lo sposo” dice Giorgio “il protagonista delle prossime nozze”  con un sorriso che scalda l'anima trasmettendo tutto il suo Amore per quell'Uomo-Dio che ha dato la Sua vita per noi.  “Tutto ciò che ha fatto Cristo duemila anni fa ... la Sua sacra opera ... la Sua predica ... le Sue guarigioni ... le Sue denunce ... le Sue profezie ... non era diretto alla gente che lo ascoltava in quel momento, Cristo parlava ad un altra umanità, una umanità del futuro, dove le stesse persone che lo ascoltavano in quel tempo lo avrebbero reincontrato in quell'altro tempo. Lui sta parlando a noi, a questo tempo, quindi quando leggete il Vangelo vedetelo in una forma differente, ascoltate le Sue parole dette per noi stessi, per questa umanità. Quando Lui racconta la parabola del re che prepara le nozze di suo figlio ci dice: -State attenti, state in allerta affinchè quando lo sposo arriva per celebrare le sue nozze non vi colga impreparati, siate in allerta affinché non accada ciò che è accaduto agli amici del figlio del re. Allora noi per poter essere degni di partecipare a queste nozze dobbiamo riconoscere queste partecipazioni, i segni che ci giungono ogni giorno. Risvegliare prima la nostra anima e poi quella di tanti altri spiriti. Dobbiamo essere uniti, umili, tolleranti, giusti e dobbiamo denunciare ciò che sta accadendo nel mondo, dobbiamo decidere da che parte stare perché questo è il tempo della prossima manifestazione della seconda venuta di Cristo nel mondo. Molto presto voi non mi vedrete più perché in questo tavolo e nei tavoli di tutto il mondo sarà seduto Lui, e io non potrò far altro che pulire le Sue scarpe. Ma questa volta Lui non dirà: -Padre perdonali perché non sanno quello che fanno-, questa volta verrà come giudice. Quando lui disse: -Padre perdonali perché non sanno ciò che fanno- guardava dalla croce i due soldati romani che lo avevano crocifisso e sapete a che popolo si stava rivolgendo chiedendo il perdono di Suo Padre per loro? Eravamo noi. I latini. Cristo in quel momento perdona il popolo latino e lo elegge come nuovo popolo, mentre il popolo che fino a quel momento era stato il popolo eletto lo allontana: -Gerusalemme, Gerusalemme, tu che castighi e uccidi i tuoi profeti quante volte ho dovuto riunirti così come la gallina fa con i suoi pulcini? Mai più mi vedrai fino a che non dirai benedetto colui che viene nel nome del Signore- (Luca cap.13, vers. 34)). Questo significa che il popolo latino ha la possibilità di riunirsi, di essere il popolo trascinante, di far parte di quelle nozze, ma questo dipende solo da noi”.
Giorgio parla di quanto il Maestro sarà severo nel Suo giudizio e della importanza di prendere molto sul serio quel giorno che presto verrà, di stare sempre in allerta e di essere concentrati a mettere in pratica il valore altruistico dei Suoi insegnamenti e avere sempre chiaro il cuore della nostra missione che deve essere incentrato sul risveglio delle anime alla Verità del tempo di tutti i tempi. “... ma attenti” continua “non dobbiamo essere arroganti, né superbi, dobbiamo essere come quella signora Cananea che va a trovare Gesù in Palestina alla frontiera con la Giudea mentre Lui si era isolato in una casa e aveva detto ai suoi apostoli che voleva stare solo. Gli apostoli però impietositi dalla signora decidono di farla entrare nella casa disubbidendo al maestro, sapendo che con un solo sguardo Lui la avrebbe aiutata. La cananea chiede al Signore di guarire sua figlia e il Cristo gli  risponde -Sono qui per i figli smarriti di Israele. Prima bisogna dare da mangiare ai figli poi ai cani. Ma la signora con una incredibile umiltà gli risponde: -Si Signore, hai ragione, ma anche i cani mangiano le briciole che i figli fanno cadere dalla tavola, anche i cani hanno diritto di mangiare-. E il Cristo  la guarda e gli dice” ... Giorgio con un sorriso e l'espressione di un amore infinito ci trasmette quel momento riportandoci il volto del Maestro ... “Donna quanto è grande la tua fede e la tua umiltà, tua figlia è guarita” (Matteo cap.15 vers.22). Così dobbiamo essere noi di fronte al Cristo, non pretendere niente anche se Lui ci dovesse considerare dei cani ma se noi ci inginocchiamo di fronte a Lui e Gli offriamo il nostro lavoro con umiltà, Lui ci dirà ciò che ha detto a quella signora: Quanto è grande la tua fede!
Grazie. Che Dio vi benedica”.

 


Un forte e caloroso applauso chiude il discorso intenso e come sempre carico di un'antica saggezza spirituale capace di riportarci accanto l'amato Maestro Gesù,  di respirare la sua emozionante, intensa, unica vibrazione d'Amore.
Prima di lasciare spazio alle domande, la presentazione del bellissimo libro per bimbi e ragazzi “Il canto della perla” scritto e disegnato dalla carissima dolce sorella Paola Becco che parla dell'evoluzione dell'uomo tracciando il percorso dello spirito dalla casa dal Padre alla discesa nella materia per poi fare ritorno nella sua casa. E poi l'intervento del caro Antonio Urzi in diretta sul grande schermo con un collegamento Skype che saluta il pubblico di Buenos Aires con grande simpatia. “Sto aspettando di filmare qualcosa di molto importante per l'opera di Giorgio” dice, “perché tutto ciò che faccio va a completare la sua opera”. Giorgio anticipa la partecipazione di Antonio ad una prossima conferenza, poi un applauso chiude il suo intervento.

Quindi il via alle domande.

Il significato del titolo della conferenza di oggi: l'ultima chiamata
E' un titolo simbolico perché la gente possa chiedersi: perché l'ultima chiamata? Ma a livello simbolico è veramente l'ultima chiamata perché non ci sarà una prossima generazione che Cristo perdonerà e tollererà se prosegue in questo cammino, per questo è l'ultima chiamata, l'ultima chiamata di questo secolo, l'ultima chiamata di questo tempo, l'ultima chiamata di questi giorni, settimane, anni, perché la terra geme di dolore, è in coma, la società è in coma, ogni tre secondi muore un bambino di fame, è una generazione nefasta, ci sono 27 guerre nel mondo ... l' ultima chiamata, si, l' ultima chiamata perché non credo che nel 2050/2100 ci potrà essere un altra chiamata se non arriva Cristo, se non cambiamo, per il semplice motivo che non ci sarà nessuno nel mondo per ascoltare qualsiasi chiamata.

Il messaggio Extraterrestre
Il messaggio Extraterrestre ha vari cammini che involucrano la religione, la matematica, la metafisica, loro vogliono che in tutti gli aspetti umani noi ci risvegliamo ma la cosa più importante che loro desiderano è che noi ci avviciniamo al Cristo.

L'egoismo
Noi abbiamo ricevuto un grande dono, il libero arbitrio, ma abbiamo scelto il cammino sbagliato, quello negativo, per ragioni materiali, e a prescindere dal fatto che stiamo soffrendo, siamo così stupidi che continuiamo a mettere in pratica questo sentimento che è l'egoismo.
L'egoismo è un sentimento stupido ma che come una droga ti fa apparentemente godere mentre l'altruismo è un sentimento intelligente, straordinario e giusto che ha diritto di esistere perché se tu dai e fai felici gli altri, il bene lo riavrai indietro, e nel momento che il bene ti viene ricambiato tu godrai di più che non conquistandolo con la violenza, con l'arroganza. Quindi l'altruismo potremmo chiamarlo egoismo intelligente. Allora noi non solo non siamo altruisti ma siamo egoisti diabolici per questo stiamo dentro il vortice del karma. Nel momento che tu realizzi l'amore altruistico, che è l'egoismo intelligente, e lo conquisti, la legge della evoluzione ti da un'altra opportunità che ti meriti, ti permette di passare all'amore disinteressato dove la forma di altruismo inizia a sublimizzarsi e tu inizi ad essere un essere quasi divino che ha la capacità di trasmettere senza preoccuparsi di ricevere, quando hai realizzato anche questo tipo di altruismo la legge divina cosmica ti da la ultima opportunità quella di passare all'amore più grande di tutti gli amori che è l'amore incondizionato, quello che il Cristo manifestò davanti ai Suoi carnefici, quando poteva annientarci tutti e invece ci offrì incondizionatamente il Suo amore con il Suo sacrificio. Quando realizzi questo tipo di amore divieni un maestro divino. Noi ci troviamo in questo momento all'egoismo diabolico, figuratevi quanto siamo in basso, per questo ci troviamo nella situazione che vediamo. Quando passeremo all'amore altruistico che è l'egoismo intelligente naturale questo pianeta inizierà a ripulirsi.

Il nome dell'anticristo
Lo chiamerei il padrone dell'economia mondiale, quindi negli uomini più ricchi del mondo si nasconde la sua maschera.

Che possibilità abbiamo se non dovesse ritornare Gesù Cristo di proseguire la nostra esistenza sul pianeta?
Io posso parlare per ciò che so e per ciò che sento, non posso rispondere per voi ... senza il Cristo non c'è salvezza, senza Gesù non c'è speranza, senza il Cristo non c'è amore e senza la sua presenza non c'è Luce. Questo è ciò che penso. Quindi è assolutamente indispensabile che Gesù ritorni, Lui è il nostro unico Re, l'unico che possa liberarci da questa schiavitù e soprattutto che possa liberare  tutti i bambini che soffrono nel mondo. Credo in questo perché Lui ce lo ha promesso e perché Lui è un amico che mantiene le promesse.

Come si possono qualificare le persone che hanno Esperienze spirituali?
Nella stessa forma che si qualifica un panettiere che fa 30 chili di pane e un altro che ne prepara solo un chilo, quale è il migliore?
Così puoi qualificare le persone che hanno esperienze spirituali, chi produce più pane è più credibile, chi produce più parole che pane è meno credibile.

È possibile che a fine anno Obama possa annunciare il contatto extraterrestre?
Si è possibile, non so se ci riuscirà, però se lo farà diverrà un uomo che avrà dato all'umanità una grande opportunità per salvare il mondo. Perché rivela la verità umana più grande di tutta la storia dell'umanità. La più grande in assoluto è quella del Cristo.

A cosa si riferisce il terzo messaggio di Fatima
Il terzo messaggio di Fatima si riferisce ad alcune profezie: la seconda venuta di Cristo, una catastrofe mondiale che dovrebbe essere una guerra, il contatto tra gli uomini ed esseri provenienti dal cosmo; ci sono poi altre profezie minori come ad esempio la caduta del vaticano. Il vaticano infatti non appartiene a Cristo ma appartiene agli uomini delinquenti e corrotti. Ho spiegato di recente ad uno dei miei ragazzi dell'arca di Italia, un arca fortemente anticlericale, che noi non dobbiamo rinnegare la chiesa cattolica perché se tu credi in Cristo sai che la chiesa cattolica è stata fondata da Cristo: -Pietro sopra questa pietra edificherò la mia chiesa ... - quindi noi non dobbiamo commettere l'errore di andare contro la chiesa, noi dobbiamo appoggiare la chiesa spirituale, dobbiamo difendere la vera chiesa. Noi siamo come la Resistenza, un movimento italiano che durante la seconda guerra mondiale si oppose al dittatore Hitler appoggiato dal dittatore Mussolini che invadeva l'Italia, ma il movimento non era contro le leggi del parlamento, il loro intento era quello di riconquistare ciò che l'invasore aveva usurpato. Nel nostro caso quindi dobbiamo lottare per riconquistare la Chiesa Santa del Cristo usurpata da alcuni delinquenti mafiosi, criminali, pedofili, riconoscendo i veri sacerdoti cattolici, i missionari, gli uomini santi come Padre Pio ecc. e scacciare i delinquenti, come fare non lo so, una forma è sicuramente evangelizzare, parlare alla gente, trasmettere la verità. Ma questo non significa che la chiesa cattolica sia falsa, assolutamente no. Quando il Cristo ritornerà riconoscerà la Sua chiesa e caccerà i criminali iniziando dal principe della chiesa e proseguendo fino all'ultimo prete che si è macchiato di corruzione e riporterà la chiesa alle sue origini. Dobbiamo quindi lottare per riconquistarla affinché al loro interno possano entrare solamente veri sacerdoti, affinché colui che prenderà il posto del vicario di Cristo non si baci con uno come Berlusconi, non vada a braccetto con i dittatori, con i delinquenti, ma sostenga i poveri. Tutti i battezzati hanno diritto di chiedere la sospensione dei vescovi se questi sono delinquenti perché siamo cristiani. Purtroppo pochi conoscete la teologia, vedete forse sacerdoti qui dentro? No! E sapete perché? Perché non si confrontano con me in quanto io sono teologo e so come rispondere e in questo caso gli risponderei che io sono battezzato e ho tutto il diritto di criticarli fino anche a cacciarli fuori dalla chiesa perché sono loro fratello, ho il battesimo sacro di Cristo. Chi non è battezzato non ha diritto di replicare teologicamente alla chiesa di Roma anche se può e deve esprimere il proprio punto di vista (secondo il catechismo della Chiesa Cattolica).

Le sanguinazioni
Sanguino quasi tutti i giorni, anche oggi ho sanguinato, perché quelle che mi sono state date da Gesù sono ferite permanenti che non si chiudono mai e sono venti anni che sanguinano sul mio corpo. Veramente no, non mi sono abituato. Quando sanguino non posso muovermi per il dolore, quando non sanguino invece convivo con il dolore. Sempre ho una comunicazione con Cristo quando sanguino, non sempre diffondo il messaggio che mi viene dato, dipende da ciò che Lui mi dice però si, sempre ho una comunicazione diretta sulla vita che devo fare, sulla missione che devo portare avanti e a volte anche sugli attacchi che devo rivolgere a coloro ai quali Cristo non piace.

L'unione
Questo è ciò che dico sempre e soprattutto ciò che dico ai miei fratelli, ai gruppi spirituali che noi chiamiamo arche, è un messaggio che è valido per tutti, io mi dispero e sono 33 anni che ho una parola insistente che ha accompagnato la mai vita fino ad oggi, così insistente da diventare a volte pesante ma continuo a ripeterla ... Unione. Perché se non saremo uniti, se non svilupperemo il valore della tolleranza non potremmo entrare nel regno di Dio. Il più conosciuto tra di noi, quello che ha una missione più speciale è quello che deve umiliarsi di più per dimostrare se è veramente un seguace di Cristo. Giorgio Bongiovanni quando viene sputato sulla faccia quindi deve dimostrare di saper perdonare, è colui che deve cercare il fratello che lo odia perché se cerchi quello che ti ama non sei discepolo di Cristo, quindi Giorgio Bongiovanni deve essere quello che deve dimostrare più di tutti altrimenti non è degno di entrare nel regno. Questo è ciò che mi fa disperare con i miei fratelli perché io so che solamente realizzando questo valore puoi entrare nella grazia di Cristo. Non so in che altro modo trasmetterlo, cerco di farlo con le mie sanguinazioni, con il mio sorriso, con il mio essere severo ma vi assicuro che non c'è salvezza se tra di noi non ci perdoniamo. Non sto parlando di perdonare il potente, il mafioso ma di perdonare il fratello, di tollerarci, di cercarci, di prendere il meglio di noi stessi e buttare nel cestino il peggio, di incontrarci nel denominatore comune che è il Cristo, buttare via le cose che ci fanno perdere tempo e pensare a risvegliare le anime perché i primi ai quali il Cristo chiederà conto saremo noi ... potrebbe anche perdonare personaggi come certi capi di governo che conosciamo ... ovviamente se si pentono del male che hanno fatto... ma sicuramente non me se anziché risvegliare le anime perdo il tempo a discutere con i miei fratelli. Quindi carissimi fratelli amiamoci e diciamo al fratello: Qual'è il meglio di te fratello? Il sorriso? Allora dammi un sorriso! Qual'è il meglio di te? Lo scherzo? Dammi uno scherzo? Qual'è il tuo valore migliore? Una carezza? Dammi una carezza! Il peggiore è lamentarti? Non lamentarti! Il peggiore è giudicare? Non giudicare! Il peggiore è guardare sempre la debolezza dell'altro? Non guardare sempre la debolezza dell'altro! Se non realizziamo questo cara sorella non entreremo nel regno di Dio.

Un sacerdote
Io ho fatto battezzare i miei figli da un sacerdote missionario che si chiama don Luigi Ciotti, è un lottatore contro la mafia, segue migliaia di giovani attraverso la sua associazione e penso che il premio nobel per la pace lo meriterebbe sicuramente lui, a prescindere che Obama lo meriti o meno.

La conferenza si chiude con il saluto e la benedizione di Giorgio. La gente gli si accalca e i fratelli devono fare un cordone attorno a lui per condurlo verso l'uscita. Siamo felicissimi di sapere che attraverso il collegamento in stream che i ragazzi hanno realizzato hanno potuto partecipare all'incontro diversi gruppi di persone in collegamento da Montevideo, Tucuman, Cordoba, Colombia, Catania, Rosario, Varese, Capilla del monte, Milano, Mexico, Cile, Porto Sant'Elpidio, La Plata, Perù, Uruguay, Paraguay, Las Parejas, Buenos aires ...

Approfittiamo della cena per condividere con i fratelli il tempo che ci rimane.
La mattina seguente l'incontro con alcuni giovani che hanno una particolare e forte esperienza spirituale attende Giorgio in una piccola saletta dell'hotel, prima della partenza per Montevideo. I carissimi Juan Josè e Veronica ci presentano i giovani ragazzi che raccontano la loro intensa e profonda storia. Da una vicenda negativa con la droga di uno di loro, parte l'esperienza di uno dei ragazzi, di 22 anni, dei suoi giovanissimi cugini e degli altri amici ai quali si manifestano degli esseri che danno loro dei messaggi riferiti all'umanità e soprattutto ai giovani. Un piccolo gruppo di fratelli ascolta attento e silenzioso. Giorgio annuisce e pone loro delle domande per conoscere meglio alcuni dettagli della loro vita, di ciò che sentono, di ciò che questi esseri comunicano continuamente a loro. Juan Alberto siede al fianco di Giorgio. Il giovane Ariel, di 16 anni, è colui che sarà designato ad essere il leader del gruppo, cosa che Giorgio conferma. Lui però ci tiene a sostenere che loro si sentono tutti uguali non c'è qualcuno particolare, si sentono amici con la stessa esperienza da portare avanti. Restiamo a bocca aperta ad ascoltarli parlare ... la semplicità ... la purezza dei loro occhi ... quel messaggio tanto chiaro ... le esperienze e le visioni di una chiarezza sconcertante ... questi Esseri li istruiscono sulla reincarnazione, sulla Legge di causa-effetto, sul tentatore mandato dal Padre, sul ritorno di Gesù e gli ultimi tempi, sul risveglio delle coscienze... questi Esseri ... che li hanno fino a lui ... il Calice Vivente ... “Io so che devo portare avanti la mia missione” dice il giovane Ariel. Qual'è la tua missione?” Gli domanda Giorgio, “Annunciare la fine dei tempi e avvicinare Gesù ai giovani”.

Con Amore
Sonia Alea

Montevideo (Uruguay), 19 Novembre 2009