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Il Congresso ha inizio con la presentazione di Juan Carlos Paolini, uno dei nostri carissimi fratelli  dell'arca di Rosario, conduttore della nostra trasmissione settimanale “Tierra viva” nella emittente radio FM AZ. Juan Carlos ringrazia i relatori presenti trasmettendo poi il messaggio di coloro che non hanno potuto presenziare. Il Rettore della facoltà di diritto della città di Rosario, dottor Ricardo Silberstein, dà inizio all'incontro ringraziando il Giudice e docente dottor Juan Alberto Rambaldo, l'avvocato e docente dottoressa Ines Lepori, il giornalista Giorgio Bongiovanni e tutti  i relatori per l'organizzazione di un Congresso di tale importanza dai profondi contenuti culturali, sociali e civili. “Per questa facoltà” dice il Rettore “ha una enorme importanza la lotta contro la mafia” soffermandosi sul fatto che il problema più profondo in realtà è il problema dei valori, dell'onestà, ricordando una frase di Martin Luter King che diceva: -Non dobbiamo avere paura dei violenti, o temere i corrotti-, “Solo così potremmo organizzare molti di questi congressi” conclude. Al Presidente del Congresso, il giudice Juan Alberto Rambaldo, quindi il compito di dare inizio alla presentazione dei relatori: “So di avere una responsabilità che trascende il ruolo giuridico che riveste la mia professione perché credo che siamo di fronte ad una questione vitale ... è stata trasmessa purtroppo nel tempo l'ideologia che l'efficienza è la cosa più importante, prima che l'etica e i valori....”. Idilio Mendez è il primo a parlare. Giornalista dello stato del Paraguay, Mendez traccia un quadro dettagliato e tragico della situazione attuale del paese reduce di una storia vissuta tra inganni ed intrighi criminali dei governi militari o paramilitari, succedutisi negli anni, e dei servizi segreti degli Stati Uniti con conseguenze drammatiche per la popolazione il cui grado di povertà è passato dal 20 per cento degli anni della dittatura di Stroessner al 40 per cento della supposta democrazia, che in realtà fu una vera e propria oligarchia feroce e spietata. La situazione attuale con al governo il presidente Fernando Lugo, eletto per vox populi, sarebbe in netto miglioramento se il potere che lo circonda non continuasse ad ostacolare il suo operato tentando in ogni modo di portarlo sotto una cattiva luce. Alla dettagliata relazione del giornalista Mendez la parola passa alla caporedattrice della rivista italiana “AntimafiaDuemila” Anna Petrozzi che espone la sua relazione: “Italia, una democrazia in pericolo”. Con la sua elegante e viva capacità di entrare nel cuore del pubblico, Anna ripercorre la storia della mafia italiana soffermandosi su alcune delle vicende più salienti, sulla necessità di far intendere alla gente che la mafia non è quella immagine impressa nella visione collettiva comune di uomini con coppola e lupara ma qualcosa di molto più pericoloso e devastante. Sottolinea la dottoressa Petrozzi la realtà nauseabonda di una mafia diretta da organizzazioni criminali troppo spesso vestiti di abiti istituzionali e di una informazione quasi completamente asservita al potere. “Anzichè pretendere giustizia” dice la caporedattrice “si è scatenata una guerra tra mediocri, gli italiani non leggono più e si sono culturalmente degradati, questa è la ragione per cui hanno eletto un presidente mafioso... ma non ci sono solamente cattive notizie ...”  Anna cita magistrati, giornalisti , gente comune, uomini come Salvatore Borsellino che lottano ogni giorno contro l'attuale stato delle cose ... “Una parte degli italiani” conclude “non si sente rappresentata da Silvio Berlusconi. Vi è una parte di italiani che si sentono orgogliosi di essere la patria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”. Un forte applauso chiude la relazione della nostra caporedattrice, la prima parte si è conclusa. Una grande emozione mi esplode dentro unita a quella di Giorgio e di tutti i presenti.